BRENTA Il paese non dimenticherà il suo piccolo angelo volato in cielo a 12 anni per colpa dalla leucemia. La piccola Stefania Di Bartolo, scomparsa prematuramente lunedì sera dopo aver combattuto strenuamente per oltre un anno e mezzo contro una malattia terribile, è entrata nel cuore di tutta la comunità di Brenta.
Paese nel quale viveva con la famiglia e nel quale aveva frequentato le scuole elementari prima del trasferimento alle medie di Cittiglio. La forza e il coraggio con cui Stefy ha combattuto fino in fondo, senza mostrare mai un attimo di scoramento, anzi dando coraggio ai propri familiari, hanno commosso tutti. Per questo motivo anche il Comune di Brenta, per voce del sindaco <+nero>Gianpietro Ballardin<+tondo>, è pronto a fare la propria parte perché l’esempio della piccola non cada nel vuoto.
«È un dolore grande che ha colpito tutta la comunità – dice il primo cittadino – questo è il momento della riflessione, della sofferenza. Quando la situazione, per quanto possibile, sarà normalizzata, parleremo con i genitori e con le associazioni del paese per promuovere delle iniziative attraverso le quali alimentare il ricordo della piccola Stefania. Ora è presto, ma non abbiamo intenzione di dimenticarla: studieremo con la famiglia il modo migliore per ricordarla».
L’eco del dramma non si è ancora spenta. Mercoledì pomeriggio, ai funerali, oltre mille persone avevano voluto omaggiarla per l’ultima volta. La chiesa di San Quirico era troppo piccola per accogliere tutti. Una folla sterminata che aveva seguito l’omelia di un commosso don Paolo Bettonagli nel ricordo della piccola. Stefy aveva confidato agli zii che avrebbe voluto fare la volontaria all’ospedale di Monza aiutando i bambini che lottano per la vita.
Il percorso di sofferenza che la piccola ha affrontato con grandissima dignità è un monito, oltre che un esempio per chi dimentica l’essenza e il valore autentico della vita. Brenta ha capito che il prezioso insegnamento lasciato da Stefy non può essere ignorato. «La comunità – insiste il sindaco – è rimasta sconvolta. Il nostro è un paese di 1.800 persone: ci conosciamo quasi tutti, e quasi tutti hanno partecipato al funerale di Stefania».
Era una bambina estremamente disponibile e generosa, metteva spesso la malattia in secondo piano. «Non aveva paura – avevano ricordato gli zii – lei stessa faceva coraggio alla famiglia. Una ragazzina strabiliante, formidabile con il computer. Una bambina attiva, con tante passioni e con un sorriso bellissimo. Diceva che quando sarebbe guarita avrebbe voluto aiutare chi era malato». Una luce che a Brenta tutti vogliono tenere accesa.
Pino Vaccaro
s.affolti
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