«Il timbro del Meo». Sarà che dove allena lui c’è sempre il mare. Sarà che il basket che sa correre è una gioia di vivere che trova spazio nell’anima, errante insieme al corpo che la racchiude. Sarà che il coach con i baffi ha – in fatto di gioco – ormai una fama che lo precede: prima tutti a dargli le pacche sulle spalle del «Sì, bello eh… ma così non vinci…», poi la conversione collettiva (e forzata) davanti all’evidenza del “Triplete” sassarese nel 2014/2015.
Sarà quello che volete, fatto è che il «timbro del Meo» è la chiave per analizzare compiutamente il prossimo impegno che attende Varese nella sua marcia tra i confini italici: domani pomeriggio c’è Brindisi, nuova patria esistenziale e professionale del sempre indimenticabile ex biancorosso Sacchetti.
Anche Paolo Moretti parte da qui: «In queste prime partite l’Enel mi ha dato la sensazione di aver già assimilato il modo di giocare che piace a Sacchetti, così come l’imprinting che le sue squadre danno alle gare. Brindisi corre, tiene ritmi altissimi, è giovane, spavalda, fresca, ha l’animo libero. Nonostante sia un gruppo nuovo, sa già cosa fare in campo». E dal match di Masnago ci sarà una ragione in più per temerla: di nome fa Phil e di cognome fa Goss. Fine delle presentazioni: il play-guardia arrivato in Puglia per sostituire l’infortunato Nic Moore è un libro aperto a questi lidi, spesso di trama horror per gli incubi che è stato capace di farci passare da ex sempre caldissimo.
Su come affrontare la formazione dell’ex presidente di Lega Fernando Marino, il “cunctator” biancorosso ha le idee chiarissime: «Intendiamoci, anche a noi piace correre, ma dobbiamo renderci conto che abbiamo meno freschezza – anche per la quantità di partite che abbiamo finora giocato – rispetto all’Enel e che quindi il controllo del ritmo sarà davvero la chiave dello scontro. Evitiamo il “run and gun”: non possiamo prestare il fianco al loro contropiede».
Di sicuro Moretti darà fondo a tutte le soluzioni a sua disposizione domani, anche perché fra quattro giorni si giocherà ancora, in Lituania per giunta: «Tranne Bulleri, che non sappiamo ancora se potrà essere schierato, non ci sono situazioni che destano particolare preoccupazione in squadra. Ho soluzioni ampie, da dosare – però – con il feeling della partita, altro elemento indispensabile nel decidere se utilizzare un giocatore piuttosto che un altro, o una formula piuttosto che un’altra».
Pelle insieme ad Anosike può essere, in determinati momenti delle battaglie, una di queste? «La voglia di sperimentarla c’è. Ci avevo già pensato contro l’Ea7, poi Campani – che mercoledì ha giocato poco e quindi domani avrà spazio – ha fatto un partitone ed ho rinunciato a proporla. Certo ci “costringerebbe” a trovare un gioco diverso rispetto all’attuale, e quindi c’è bisogno di tempo, perché il nostro pick and roll per il momento fa un po’ fatica».
Su Anosike: «Per me ha delle qualità essenziali e le ha messe in mostra anche contro Milano. Quelle difensive e a rimbalzo sono già sotto gli occhi di tutti, per farlo incidere in attacco abbiamo bisogno di correre di più. A 10 palloni dati a lui in post basso, preferisco 10 “roll” fatti con il ritmo giusto».