– «A Capodanno non si possono sparare i botti, ma per la Gioeubia tutto è permesso: giovedì sera l’aria era irrespirabile, e dell’inquinamento non fregava nulla a nessuno». Sfogo, provocazione, semplice osservazione: chiamatela come volete. Un nostro lettore, , autodefinitosi “bustocco-napoletano” per via delle origini campane, non le manda a dire: «Lo smog esiste solo quando bisogna vietare i botti a Capodanno? – domanda ironicamente Accadia – Se la notte del 31 dicembre, da buon campano,
avessi sparato qualche petardo o fuoco d’artificio (ovviamente legale), sarei stato fermato dai vigili, manco avessi commesso chissà quale reato. Non l’ho potuto fare e pazienza, va bene così, ci hanno guadagnato tutti in salute, uomini e animali». Ma quando giovedì sera, rientrando a Busto da Vanzaghello, Accadia si è imbattuto «in una fortissima puzza di bruciato, talmente persistente da doversi turare il naso, allora sì che non c’ho visto più: in zona ospedale l’aria non si poteva respirare».
Attenzione: da parte di Accadia non c’è nessuna volontà – e ci mancherebbe – di chiedere l’abolizione della Gioeubia: «È una tradizione bustocca intoccabile e mi sta bene, non chiedo mica di eliminarla. Ma dico, almeno limitiamo il numero di fantocci da bruciare – osserva – Tutti quei falò inquineranno l’aria sì o no? Io penso proprio di sì. E poi i vigili urbani vengono a farmi storie a Capodanno dicendomi che con lo smog non bisogna sparare i botti? Come avrebbe detto Totò: ma mi faccia il piacere!». Gioeubia sì, insomma, ma con giudizio: almeno così la pensa il “bustocco-napoletano” Accadia, che contesta soprattutto il fatto che il Comune abbia usato i proverbiali “due pesi e due misure” nei casi della notte di San Silvestro e della Gioeubia: «In fondo in entrambi i casi stiamo parlando di tradizioni».
E Legambiente che dice? Siamo andati a chiederlo al presidente del circolo cittadino dell’associazione, : «In passato – spiega Barcucci – il problema non si è posto perché le gioeubie bustocche sono generalmente di dimensioni medio-piccole, e quindi non dovrebbero incidere in maniera significativa sulla qualità dell’aria». «È però vero – aggiunge Barcucci – che in questi giorni a Busto si sono registrati valori di concentrazione di polveri sottili particolarmente alti. Alla luce di una situazione così critica sarebbe stato opportuno, da parte del Comune, invitare la cittadinanza a non bruciare troppe gioeubie». Barcucci conclude quindi con un auspicio per gli anni che verranno: «Va bene la Gioeubia, nessuno si sogna di eliminare un’antica e amata tradizione della città. Ma se l’aria è molto inquinata, limitiamo il numero dei fantocci, altrimenti davvero si rischia di peggiorare situazioni già di per sé critiche. La tradizione non può in alcun modo giustificare una totale assenza di regole e soprattutto buon senso».