Brusimpiano, canta a squarciagolae un uomo tenta di affogarlo

Brusimpiano Ha dovuto fingersi morto, rimanere nascosto nelle acque del Ceresio e restarci per tutta la notte. Così è sfuggito al suo aggressore e si è salvato. Nonostante un grave stato di ipotermia che gli è costato il ricovero, in condizioni piuttosto critiche, al pronto soccorso dell’ospedale di Luino. Questo il dramma vissuto da un quarantenne australiano nella notte tra domenica e lunedì a Brusimpiano. Un episodio dai contorni ancora tutti da chiarire e legato, inizialmente, a un banale litigio tra lo straniero e un residente del paese rivierasco.

Tutto ha inizio verso l’una di notte. Prima con un acceso diverbio con un uomo infastidito, pare, da un ritornello canticchiato senza sosta sulle note di una chitarra. Da lì si è poi accesa, secondo il racconto fornito dall’australiano ai primi soccorritori, la lite. All’inizio qualche spintone, poi forse qualcosa di più. Al punto che il quarantenne, spaventato dal comportamento dell’altro uomo, ha cercato di fuggire disperatamente. Fino ad entrare in acqua, cercando di allontanarsi dal lungolago.

E proprio nel Ceresio si è consumato l’epilogo del confronto, che avrebbe potuto essere anche tragico: il quarantenne australiano sarebbe stato raggiunto, proprio nel lago, dal suo inseguitore che lo avrebbe afferrato per i capelli e tenuto con la testa sott’acqua. «Mi voleva annegare – ha raccontato alle prime persone che all’alba lo hanno visto uscire dal lago – mi ha schiacciato la testa sotto l’acqua e solo lottando sono riuscito a divincolarmi, riemergendo dietro il molo». Così la vittima dell’aggressione ha in un primo tempo finto di essere morto e quindi si è nascosto dietro una delle numerose barche attraccate al porticciolo di Brusimpiano a circa una decina di metri dalla riva. E nel lago, terrorizzato, ci è rimasto fin quasi alle 6.30 di ieri mattina quando alla luce ha visto che la situazione era tornata tranquilla.
Solo allora è uscito dall’acqua, con la pelle completamente “cotta” dal freddo. Si è liberato dei vestiti, quasi ghiacciati, è con indosso solo un paio di slip rossi è corso verso i primi clienti de «Il Caffe Brüsin». Clienti che hanno immediatamente avvisato i sanitari del 118 e i carabinieri della stazione di Lavena Ponte Tresa che hanno raccolto la sua testimonianza, grazie anche all’intervento di un signore di origine tedesca che ha fatto da interprete tra i militari e l’australiano, ancora scosso e sotto choc per il freddo. Dopodiché è stato trasferito all’ospedale di Luino dove è stato sottoposto a tutte le cure per contrastare l’ipotermia, legata alle quasi cinque ore di permanenza nelle acque fredde del Ceresio. È ancora confusa però la sua ricostruzione dei fatti, così come tutte da definire sono le reali responsabilità dell’aggressore. I carabinieri, infatti, stanno ancora svolgendo le indagini e gli accertamenti di rito. Ma se le accuse dell’australiano dovessero essere confermate, chi si è scagliato contro di lui rischierebbe un’incriminazione. Con reati che dalla semplice aggressione potrebbero arrivare anche al tentato omicidio.
Alessio Pagani

f.artina

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