– Traversata dell’Eremo da brivido: una ventina di partecipanti soccorsi dalle motovedette di Vigili del fuoco, Guardia di finanza e Guardia costiera a causa del violento nubifragio che si è abbattuto sul lago durante la gara. Una delle partecipanti racconta: «Ad un chilometro dalla fine ha iniziato a grandinare fortissimo e c’erano onde molto alte. Nessuno voleva rinunciare alla gara: quindi alzavi la testa, fissavi l’Eremo davanti a te e dicevi «devo farcela». Testa bassa e si va avanti una bracciata dopo l’altra».
A fare intervenire i soccorsi sono stati gli stessi organizzatori della ventunesima edizione della storica traversata: quattro chilometri in acqua da Stresa sino a Reno dell’Eremo. Ci sono state tante polemiche – racconta Giuliana Terranova, giovane varesina che spesso si cimenta in gare estremamente dure – qualcuno si rifiutava di uscire dall’acqua. Voleva continuare a tutti i costi. Certo la gara saremmo riusciti a finirla. Ma io credo che gli organizzatori abbiano fatto la cosa giusta. Non c’è impresa sportiva che valga il rischio di una vita. La sicurezza prima di tutto». Tra i ribelli è stato segnalato in particolare un quarantenne di nazionalità cinese che rifiutava di uscire dall’acqua disobbedendo agli ordini dei soccorritori. «Alla fine – spiega Giuliana – hanno circondato il gruppo. E anche quel partecipante si è dovuto arrendere ed è salito a bordo». La giovane atleta spiega: «Se fossi stata da sola in quelle condizioni non sarei riuscita a terminare la traversata. In gruppo, sostenendoci l’uno con l’altro ce l’avremmo fatta. Certo è impossibile negare che trovarsi in una situazione simile faccia paura. Ma non devi farti prendere dal panico. Non devi pensare alla grandi e, non devi pensare al freddo o che sei solo in mezzo al lago. Devi fissare l’arrivo e nuotare. Non puoi fare altro». Sulla decisione contestata da alcuni partecipanti di far terminare la gara forzatamente per ragioni di sicurezza la ragazza spiega. «È vero ti sei allenato tanto. È vero è una gara prima di tutto contro te stesso. È vero non finire la traversata ti lascia un senso di incompiuto. Un senso di amarezza – dice la ragazza – ma io credo che la decisione presa sia stata giusta. I soccorritori sono stati bravissimi e anche l’organizzazione è stata impeccabile. Migliore di quella che ho riscontrato in altre gare». Dopo l’esperienza basta traversate? «Non scherziamo – conclude Giuliana – ad ottobre ne farò un’altra simile ma in mare. A Bergeggi».