BUSTO ARSIZIO – Era rimasto in custodia cautelare agli arresti domiciliari per circa 3 anni. Adesso, dopo essere stato assolto dalle accuse, ha ottenuto dalla Corte d’appello di Milano un risarcimento di 12,550 euro per l’ingiusta detenzione subita e a titolo di risarcimento per l’accostamento del suo nome a quello della criminalità organizzata.
G.L. era stato coinvolto nell’inchiesta Krimisa, scattata nel 2019 contro la cosca di Lonate-Legnano. Secondo le accuse che portarono al provvedimento cautelare, l’uomo avrebbe rappresentato gli interessi della cosca della ‘ndrangheta negli acquisti di terreni nella zona Malpensa. L’assoluzione era stata pronunciata dal tribunale di Busto Arsizio che aveva ritenuto G. L., un libero professionista quarantenne, una vittima del gruppo criminale e non certo un fiancheggiatore. I giudici della quinta sezione penale della Corte d’appello hanno accolto la richiesta di risarcimento avanzata dal difensore.