di Simona Carnaghi
OLGIATE OLONA Mentre restano stazionarie le condizioni di Gabriele Ferioli, 60 anni, di Busto Arsizio, travolto nella mattinata di martedì da un pirata della strada in via Ombrone a Olgiate Olona, si aggiungono particolari sul comportamento tenuto dall’investitore, un cittadino ecuadoregno di 45 anni, in regola con ogni permesso, costituitosi nella mattinata di mercoledì mentre gli agenti del comando di Polizia locale erano a un passo dall’arrestarlo.
L’auto, una Fiat Panda bianca, era stata identificata: gli uomini guidati dal comandante Alfonso Castellone avevano ricostruito quasi totalmente il numero di targa. Il pirata ha dichiarato di essere stato colto da malore e di essere poi fuggito per paura. Ma in realtà ha fatto anche altro: ha tentato di rendere meno identificabile la sua macchina togliendo delle prove evidenti. In particolare, l’uomo ha staccato dalla carrozzeria due grossi adesivi che, notati dagli agenti della Polizia locale olgiatese, costituivano una sorta di impronta digitale per l’identificazione della macchina, ripresa da alcune telecamere della zona.
Resta un mistero, in ogni caso, perché l’uomo, dopo aver investito Ferioli (personaggio noto e amatissimo a Olgiate per la sua opera di volontariato), sia fuggito, aggiungendo al danno commettendo un reato penale. «Il fenomeno della pirateria stradale – spiega Castellone – è purtroppo aumentato negli ultimi anni, anche in presenza di incidenti con soli danni alle auto o alla segnaletica stradale». A Olgiate in quattro anni sono stati quattro i “tampona e scappa” registrati, su una media di una settantina di incidenti stradali rilevati annualmente.
«Le ragioni che spingono a questi comportamenti – spiega Castellone – sono tante: chi fugge non ha l’assicurazione, altre volte non ha la patente. In caso di urto contro la segnaletica stradale, spesso chi si allontana lo fa per evitare una denuncia per guida in stato d’ebbrezza».
Che il fenomeno sia presente in zona lo confermano anche i dati di Busto Arsizio: nel 2007, su un totale di 631 incidenti rilevati, otto hanno avuto l’aggravante dell’omissione di soccorso, della fuga con soli danni o della mancata consegna delle generalità alla controparte coinvolta nello scontro. Il numero di incidenti con fuga sale a 17, su un totale di 630, nel 2008, si attesta a quota 16 su 627 incidenti nel 2009, scende a 12 su 662 nel 2010. A Busto, da inizio anno, in tre casi su 378 una delle parti ha cercato di sparire.
Come intervenire? «Puntando sulla prevenzione – annota Castellone – ogni anno teniamo corsi nelle scuole, che vanno dall’educazione stradale per i più piccoli, che così imparano ad esempio le regole per circolare sicuri in bicicletta, ai corsi per i ragazzi più grandi in attesa di ottenere il patentino per lo scooter. Sono frequentissimi i controlli con l’etilometro all’uscita di locali pubblici o in occasione di feste e sagre. Prevenire il fenomeno della guida in stato d’ebbrezza è importantissimo».
Stessa strategia adottata da Busto. L’assessore alla Sicurezza Claudio Fantinati sottolinea che «ogni anno 5mila studenti frequentano i corsi di educazione alla sicurezza stradale. Sul fronte repressione, metteremo in campo a breve campagne mirate contro le infrazioni più pericolose, come i posteggi in prossimità degli incroci o l’uso del telefonino alla guida».
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