Una corsa per evadere, almeno mentalmente: “Fuggi Fuggi” la maratona non competitiva – il cui nome è tutto un programma – promossa dalla Uisp (lo sport per tutti) nel cortile del carcere di Busto Arsizio si è confermata un importante momento di svago e di aggregazione: «Un ponte di amicizia tra chi sta fuori e chi vive all’interno del carcere», riassume Alessandra Pessina della Uisp. Un successo che cresce di anno in anno e che si può
misurare dalla numerosa partecipazione (60 detenuti, il doppio dello scorso anno) alla gara di resistenza e alla staffetta divisa in cinque squadre miste: insieme a loro erano infatti presenti anche 27 sportivi delle società podistiche del territorio (Pro Patria Arc, Run and Travel Ba, Uisp e un educatore della Polizia Penitenziaria), in un bel clima di amicizia e solidarietà. A tagliare per primo il traguardo è stato Murad N’Saibi, marocchino in Italia da vent’anni, di cui 5 mesi al carcere di via Per Cassano. Per lui correre è una passione: «Ho sempre fatto sport per piacere – ha raccontato l’uomo soddisfatto per la vittoria – ho partecipato a parecchie maratone quando ero in libertà, ricordo ancora quando ho corso lungo la spiaggia a Rimini. Qui in carcere lo sport è ancora più importante perché ci permette di andare a letto stanchi e di prendere sonno senza farci travolgere dai brutti pensieri. È stata una bellissima iniziativa». N’Saibi ha scelto la pettorina numero 74 come il suo anno di nascita. Un’esperienza emozionante anche per i podisti arrivati da fuori: «Quando ho passato il cancello mi è iniziato a battere forte il cuore – la sensazione provata da Marco Borghetti della Pro Patria Arc – mi sembrava di essere entrato in un film, invece ho trovato tanti ragazzi con una grande voglia di socializzare, un’esperienza da ripetere». Ai vincitori sono state consegnate borse contenenti i prodotti di Libera dalla mafie e del commercio Equo e Solidale: «Tengo a ringraziare personalmente tutti gli organizzatori che ci hanno dato questa opportunità – ha detto un detenuto al termine della premiazioni – chi ha corso con noi oggi potrà tornare a casa e noi continueremo a stare chiusi qui. Quando torneremo in libertà non dovremo più sbagliare». E’ stato l direttore Orazio Sorrentini a sottolineare l’importanza dell’area trattamentale annunciando un torneo di calcio per i carcerati e altre iniziative: «Oggi vi ho visto ed è andato tutto liscio come l’olio – ha dichiarato – ne terrò conto nel momento in cui ci sarà da rinnovare queste iniziative». Vari
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