BUSTO ARSIZIO Piazza Garibaldi sta vivendo un periodo di trasformazioni profonde. Da sempre abituale luogo di ritrovo dei giovani bustesi, oltre che importante nucleo di attività commerciali, la piazza sta riflettendo il periodo di crisi economica generale. Con questa tappa iniziamo un viaggio nelle piazze di Busto Arsizio, dal centro alla periferia, per capirne i problemi e le prospettive. Perché una piazza in fondo è anche lo specchio di un’anima di un quartiere: che sia reale e spaziosa, o magari tutta da conquistare, come accade in alcuni quartieri.
«Nel corso degli anni Piazza Garibaldi è molto cambiata – osserva Paolo Segato, titolare di un’edicola che da ben 70 anni si affaccia sulla piazza – Ho visto chiudere tanti negozi, e in generale si nota meno movimento rispetto a un tempo». In più bisogna fare i conti con l’annoso problema dei parcheggi: «I vigili sono molto attenti e fiscali – continua Segato – E le multe fioccano. Basta lasciare la macchina qualche minuto in più
del dovuto e arriva la contravvenzione». Dall’altra parte della piazza si trova un altro negozio storico di Busto, la pelletteria Pisoni. «Siamo qui dal 1987 – dice Simona Colombo – Quello che si nota immediatamente è che questa parte della piazza è più trascurata rispetto all’altra. Basta dare un’occhiata alle aiuole, piuttosto trasandate: meriterebbero maggiore attenzione, tanto più che si trovano in pieno centro». Sta mutando anche la frequentazione: «Quella è peggiorata – nota la Colombo – Non è bello trovare le lattine di birra per terra già alle 9 del mattino. Questo lato della piazza meriterebbe un po’ più di riguardo da parte della pubblica amministrazione, invece si demanda tutto al privato».
Chi lamenta un eccesso di severità da parte dei vigili è Salvatore Liguori, cliente abituale del Caffè della Borsa: «La tolleranza è sottozero, forse un po’ di elasticità in più non guasterebbe. L’intransigenza dei vigili allontana molte persone dalla piazza e più in generale dal centro».
Punta il dito sulla questione dei parcheggi anche Lorenzo Bonaventura del Caffè Galleria: «Ci sono troppi posteggi a pagamento: questo danneggia i negozianti. Infatti si nota molto meno movimento rispetto a qualche tempo fa».
Bonaventura si spinge a definire Busto, senza mezzi termini, una “città fantasma”: «Rispetto al centro di altre città, quello di Busto è decisamente meno frequentato».
«E’ vero, circolano meno persone, ma è comprensibile: la crisi si fa sentire per tutti» è il parere di Augusto Brazzelli, spesso in piazza Garibaldi insieme agli amici pensionati. Un’opinione condivisa da Carmine Passarelli, che aggiunge: «C’è un problema che riguarda in parte la piazza: il continuo ingresso dei Tir in via Milano, che quasi non è più un’isola pedonale. Con conseguente pericolo per i tanti pedoni, soprattutto i bambini». Ma Franco Signorelli trova tutto sommato gradevole la piazza: « Ogni tanto porto a passeggio la mia nipotina, qua vicino alla fontana. Non mi sembra un brutto posto».
In mezzo a tante attività che sono state costrette a chiudere nel corso degli anni, ce n’è anche qualcuna che ha aperto di recente nelle vicinanze della piazza: «Ma resteremo qui ancora per poco – fa sapere Ilaria Catone del negozio “Matrimonio Ad Hoc”di via Galilei, appena dietro Piazza Garibaldi – Questo punto è poco visibile, così tra poco ci sposteremo in via Mazzini». Nel frattempo, la negoziante ha avuto modo di constatare come il viavai si sia molto ridotto: «La gente difficilmente entra in questo piccolo spiazzo. L’unica presenza massiccia è quella dei giovanissimi che escono dal Mc Donald’s e si radunano qui vicino».
Francesco Inguscio
f.tonghini
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