Busto: stop ai piccioni! Multe per alimentazione e obbligo di disinfestazione

Il Comune di Busto Arsizio ha stabilito sanzioni pecuniarie per chi alimenta i piccioni e ha imposto l'obbligo di disinfestazione per contrastare la loro presenza. Tuttavia, l'ordinanza ha suscitato critiche da parte delle associazioni animaliste

BUSTO ARSIZIO – Il Comune di Busto Arsizio, guidato dal sindaco Emanuele Antonelli, ha dichiarato una vera e propria battaglia contro i piccioni urbani, emanando un’ordinanza che vieta l’alimentazione di questi animali su tutto il territorio cittadino, con sanzioni pecuniarie fino a 250 euro.

Infatti, l’alimentazione indiscriminata di questi animali contribuisce alla loro eccessiva riproduzione e al richiamo di individui provenienti da zone limitrofe, causando problemi di adattamento all’ambiente urbano e deterioramento delle condizioni di salute degli animali. Pertanto, è prevista una sanzione pecuniaria da €25,00 a €250,00 per chi viola questa disposizione.

Inoltre, ai proprietari e agli amministratori di edifici frequentati dai piccioni è obbligatorio garantire la pulizia e la disinfestazione delle superfici, rimuovere il guano e adottare misure per prevenire la nidificazione, con sanzioni da €250,00 a €500,00 in caso di inadempienza.

Rischi per la salute pubblica

Secondo l’ordinanza, la presenza dei piccioni comporta rischi per la salute pubblica, essendo potenziali vettori di malattie infettive e parassiti, oltre a causare problemi di decoro urbano con l’imbrattamento di marciapiedi e strade. L’obbligo di disinfestazione e chiusura dei luoghi di nidificazione è stato imposto anche su consiglio dell’Ats Insubria, con multe fino a 500 euro per chi non adempie.

Proteste delle associazioni animaliste

Tuttavia, l’ordinanza ha suscitato critiche da parte delle associazioni animaliste, che temono il rischio di intrappolare i piccioni durante i lavori di chiusura delle fessure, con possibili conseguenze fatali. Francesco Caci della Lav (Lega Anti Vivisezione) propone invece un approccio diverso, basato sulla creazione di vere e proprie colombaie organizzate, per ridurre la popolazione di piccioni in modo umano e sostenibile.

Infine, Caci solleva anche la questione delle colombe bianche lanciate durante i matrimoni, chiedendo al sindaco di vietare questa pratica che può portare alla morte degli animali per fame.