«Ci servono i tre punti per sperare ancora nel secondo posto, e soprattutto per ritrovare il morale. Spiace doverlo fare contro Busto, ma non possiamo fare sconti».
Francesca Marcon avverte l’Unendo Yamamay: sabato sera le farfalle si troveranno di fronte una Nordmeccanica Piacenza agguerrita. Per Cisky (la bellezza di cinque stagioni in maglia biancorossa, le ultime due da capitana) sarà un ritorno a casa: ma i buoni sentimenti troveranno spazio prima e dopo la partita, non certo durante. Sarà una di quelle partite che tutti vogliono vincere, per forza.
Succede che stiamo attraversando un momento difficile. Dal quale però possiamo e vogliamo riprenderci immediatamente. Prima di questo filotto negativo avevamo dimostrato il nostro valore in tutte le competizioni: è ora di ricominciare.
Purtroppo dopo quella batosta abbiamo perso un po’ di fiducia. Ed è innegabile che un contraccolpo psicologico lo abbiamo patito. Contro Bergamo si può anche perdere, ma lottando e tenendo alto l’onore fino alla fine. In qualche modo le ripercussioni per quel ko si sono protratte anche nelle due gare successive.
Non è facile giocare 34 partite di fila, senza rifiatare. Non è un alibi, né vado in cerca di giustificazioni. Però ora la stanchezza comincia a farsi sentire. E l’infortunio di Meijners ha contribuito ad abbassare il nostro morale, anche se Bianchini ha fatto decisamente bene.
Sta lavorando per esserci, ma ora non sono in grado di dire se sarà a disposizione».
Una squadra che farà di tutto per vincere. Sappiamo che anche loro giocheranno alla morte: devono vincere per andare ai playoff. Ma noi abbiamo fame di riscatto.
Bisogna considerare che quest’anno il livello è molto alto. L’Unendo Yamamay è una squadra giovane ma decisamente interessante. E con diverse atlete di talento: Lowe è una grande opposta, Pisani è bravissima a muro, le bande hanno un gioco molto spinto, non facile da leggere per le squadre avversarie. E poi il PalaYamamay è sempre un fattori importante, là dentro il pubblico si sente.
Sarò felice di giocare su un campo che mi ha regalato tante soddisfazioni in questi anni. A Busto sono cresciuta sul piano tecnico e personale: lì ho ancora tanti amici.
Chi lo sa, mai dire mai. Quando vai via da Busto, poi ti manca. Ma sia chiaro: a Piacenza mi trovo bene.
Ho vestito quella maglia per cinque anni: è inevitabile che i miei affetti, amicizie, punti di riferimento siano legati alla mia esperienza bustocca. E poi quel pubblico non si trova da nessun’altra parte.
Con una bella incazzatura: il presidente si è fatto sentire, com’è giusto che sia dopo le ultime brutte figure. Per questo vogliamo riscattarci. Ma per lo scudetto Piacenza c’è, e ci crederà fino alla fine.