CASORATE SEMPIONE In mezzo ai cacciatori armati e abbigliati di tutto punto per la caccia alla volpe, c’era anche lui. Era il 1938 e il tredicenne Paolo Reinach era il più giovane tra i membri della Società milanese ritratti nella caricatura di Tabet per il «Guerin Meschino», una pubblicazione dell’epoca. Campagna inglese? No, boschi della «Piccola Inghilterra».
Reinach, classe 1925, presidente del «Riding club Casorate» domenica sarà in sella al suo cavallo in primissima fila per quella che per lui sarà
la centesima caccia alla volpe. Un rito antico e contestato quello che andrà in scena nell’ambito delle manifestazioni legate al «Il cavallo e la brughiera», la grande rassegna dedicata al mondo dell’ippica che aprirà i battenti venerdì alle 18.30 in municipio (alle 21 alla sala Giovanni Paolo II è invece previsto il taglio del nastro della mostra «Cavalli giocosi»).
Avviso per gli animalisti: niente paura, domenica i cacciatori con il loro "destriero" non si lanceranno all’inseguimento di una volpe in carne e ossa ma della «strusa». Ovvero del fagotto imbevuto di urina dell’animale, portato in giro per il bosco da un cavaliere in modo da lasciare una traccia per il fiuto dei Foxhound, i cani utilizzati per la battuta. Quello dello "straccio" è uno stratagemma da sempre adottato a queste latitudini, da quando nel 1882 venne fondata la Società milanese per la caccia a cavallo, la cui sede non si trovava dalle parti del Duomo, bensì nella vasta tenuta del conte Scheibler a Castellazzo di Rho.
Col passare degli anni, i boschi casoratesi rappresentarono la cornice ideale per ospitare questa disciplina. E nella terra soprannominata la «Piccola Inghilterra» non poteva mancare una delle più tipiche tradizioni britanniche. Tra i cavalieri impegnati in questa galoppata che sa di leggenda, anche Paolo Reinach. «Ho iniziato a cacciare nel 1934, avevo nove anni, la passione me la trasmise mio padre che era un ufficiale di cavalleria», racconta.
s.bartolini
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