È morto in bicicletta ieri mattina mentre stava viaggiando lungo la discesa che da Golasecca porta verso Sesto Calende.
Ha perso il controllo finendo nel fossato ed è deceduto sul colpo dopo aver sbattuto violentemente la testa contro i sassi. La vittima del drammatico incidente è Liviano Coerezza, pensionato di 85 anni di Cassano Magnago.
In paese era molto conosciuto per il fatto di essere stato uno storico assicuratore: ora la sua agenzia in via San Giulio, in pieno centro, è gestita dalla figlia. Una famiglia molto amata e apprezzata in paese.
Liviano Coerezza era un grandissimo appassionato di bicicletta e anche alla sua età, non più giovanissima, amava salire in sella e viaggiare lungo le strade del Varesotto, persino fino ad Arona. Un atleta straordinario, acceso dalla passione per le due ruote.
Una passione alimentata anche ieri mattina quando insieme a un paio di amici cicloamatori, nonostante il gran caldo, ha deciso di fare una bella sgambata all’aria aperta. Ma qualcosa ieri mattina intorno alle 8.30 è andata storta. All’altezza di una curva è finito lungo, per motivi ancora poco chiari. Magari un malore, o forse un errore di valutazione della traiettoria. Ma in un attimo è stato inghiottito nel fossato schiantandosi contro le pietre. Durante la caduta ha perso il caschetto che aveva addosso a protezione e purtroppo non c’è stato nulla da fare. Il terribile impatto non gli ha lasciato scampo.
Sul posto sono intervenuti anche i mezzi del 118 con l’elisoccorso, ma ci si è subito resi conto che per Coerezza non c’è stato nulla da fare.
Uno schianto terrificante sul quale sono in corso le indagini da parte degli agenti della polizia locale del Comune di Golasecca, intervenuti sul luogo dell’incidente, subito dopo il fatale impatto.
Gli agenti hanno raccolto la testimonianze degli amici in modo da definire l’esatta dinamica della caduta. A Cassano Magnago la notizia si è diffusa rapidamente. Il sindaco, che conosceva bene l’ex assicuratore, è profondamente addolorato per quello che è successo.
«Mi dispiace tantissimo – spiega il primo cittadino, – ho avuto modo di conoscerlo e di apprezzarne le qualità umane. Davvero una brava persona. Se dovesse usare una parola per ricordarlo, direi positivo. Era una persona molto positiva. Mi capitava di bere il caffè al bar con lui almeno un paio di volte a settimana. Mi ha sempre impressionato questa sua voglia, anche alla sua età, di salire in bicicletta e percorrere tanti chilometri.
Andava dappertutto e lo faceva in ogni stagione, anche d’inverno, Il freddo non lo fermava, indossava il suo pile, il cappello e andava. Era in forma straordinaria. Mi dispiace tanto perché era in perfetta salute e senza questo incidente avrebbe vissuto ancora a lungo. Siamo vicini anche ai figli, che conosco bene e che sono persone straordinarie. Un giorno mi fece sorridere: uno dei figli era entrato nel comitato delle Candie e fu critico verso questa amministrazione, quando incrociai il papà mi disse che il figlio era una brava persona. Io gli risposi che non avevo dubbi, perché con un padre come lui non poteva essere altrimenti».
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