LAVENO MOMBELLO Nessuna traccia. Per il secondo giorno consecutivo si sono concluse senza alcun esito le ricerche della “vela” che sarebbe finita nel Lago Maggiore nell’area antistante Cerro di Laveno Mombello.
La segnalazione era arrivata martedì verso le 17.45, quando una donna dal lago aveva allertato i centralini d’emergenza. Con un racconto credibile e preso fin da subito sul serio dalle forze dell’ordine e dai vigili del fuoco i quali, dopo aver sospeso le ricerche alle 21, le hanno riprese ieri mattina.
L’elicottero ha compiuto due passaggi radenti a filo dell’acqua senza però notare nulla di anomalo. Né chiazze di carburante, né resti di una vela di parapendio, deltaplano o pallone aerostatico. Niente di niente. Nemmeno dalle pattuglie del Saf in acqua con il gommone, insieme ai sommozzatori di Milano, al mezzo della squadra nautica della polizia provinciale, intervenuti nella perlustrazione insieme alla guardia di finanza e ad altre squadre dei vigili del fuoco di Verbania. Negativi anche i controlli dei carabinieri: all’appello non manca nessun appassionato del volo. I militari sono riusciti a rintracciare anche i piloti di due ultraleggeri che, proprio in quell’ora, facevano rotta sul Verbano. Li hanno sentiti ma dai loro racconti non è emerso nulla.
Eppure qualcosa deve essere successo. Ieri, del resto, è stata un’altra signora residente proprio a Cerro ad avvicinare i vigili del fuoco: anche lei dice di aver assistito allo schianto in acqua. Di un oggetto simile ad una vela di un parapendio o a un pallone aerostatico. Di colore scuro. Così come riferito dalla prima telefonata di allarme.
Diversa, invece, la posizione del presunto impatto. Molto più lontana dalla riva rispetto a quanto riferito martedì. «È finito in acqua – ha spiegatoto alle squadre di ricerca – nel tratto di lago tra l’Isola Madre e l’Isolino. Ed era qualcosa di grosso». Così la segnalazione è stata immediatamente girata ai soccorritori piemontesi che però, dopo aver verificato in quel tratto, non hanno rilevato nulla. Verificata, ma senza trovare altri elementi, anche una terza testimonianza, che inquadra lo schianto più verso Reno di Leggiuno.
Così le ricerche sono state sospese. «Non ci sono segni che possano far pensare ad uno schianto – ammettono i vigili del fuoco – e normalmente in questi casi, anche si fosse trattato di un piccolo pallone meteo, dovrebbero esserci tracce evidenti». Il mistero così si infittisce.
Alessio Pagani
j.bianchi
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