TRADATE Va per lavare la macchina, ma gliela rubano. È una disavventura dal retrogusto amaro quella capitata qualche giorno fa ad una tradatese in un autolavaggio di Cairate. La vittima è Mara Ravazzani, la macchina rubata è una Citroen Xsara grigio metallizzato, alimentata a gas. L’appello per ritrovarla, assieme a tutti gli effetti personali che si trovavano a bordo, è finito anche su Facebook.
«Sono arrivata all’autolavaggio – racconta Mara – diversamente da come faccio di solito ho lasciato la portiera aperta e sono andata al cambiamonete.
Quando sono tornata indietro mi sono trovata davanti un giovane con i capelli lunghi, sulla trentina, in tuta blu e giacca. Mi ha dato uno strattone e mi ha strappato di mano le chiavi della macchina, poi in modo fulmineo è salito sull’auto e se ne è andato». Un’azione rapidissima, e di traverso ci si è messa anche la cattiva sorte: «Ho fatto per corrergli dietro, ma lui è stato fortunato, quando sono uscita sulla strada per bloccarlo non arrivava nessuno ed è riuscito a partire senza problemi». Ma non c’è gatto senza volpe e dall’altra parte della strada un uomo, anche lui cliente dell’autolavaggio, si è subito offerto di aiutare la malcapitata, offrendole di rincorrere l’auto rubata: «Sono salita nella sua macchina, questo continuava a rassicurarmi, mi diceva “tranquilla che lo prendiamo”, e mi invitava a non chiamare nessuno, che tanto di lì a poco lo avremmo raggiunto. Però andava piano e poi ho capito che poteva essere un complice». Un sospetto che si è tradotto quasi in certezza quando l’uomo, accampando scuse poco plausibili, si è tirato indietro di fronte alla richiesta di accompagnare la vittima dai carabinieri.
Così, una volta persa di vista la macchina e lasciata al proprio destino dal finto soccorritore, la signora è riuscita a denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine, ma ad oggi, dell’auto, della borsa e dei documenti non c’è alcuna traccia. «Era la nostra unica macchina, con due bambine, questo furto oltre che una grande beffa è anche un bel disagio».
f.artina
© riproduzione riservata