CAIRATE – Ad essere fatale per Andrea Bossi, il giovane di 26 anni assassinato nel suo appartamento nella notte tra venerdì e sabato scorsi, sarebbe stato un fendente alla gola, sferrato probabilmente con un coltello da cucina che non è però stato trovato dagli inquirenti. Secondo le prime ricostruzioni il delitto potrebbe essere avvenuto intorno alle 4 del mattino di sabato 27 gennaio, orario nel quale una vicina ha sentito abbaiare il cane di Andrea ed avrebbe udito un tonfo.
Da quel momento non sarebbero stati sentiti altri rumori. A scoprire il corpo del giovane, che lavorava come impiegato alla CFG Carpenteria Meccanica di Fagnano Olona, era stato il padre che nella mattinata di sabato, preoccupato perché il figlio non rispondeva al telefono era andato nell’appartamento di via Mascheroni dove Andrea si era trasferito da pochi mesi. A parte le tracce di sangue, lasciate probabilmente dall’assassino sul pianerottolo, e il punto dell’appartamento dove è stato trovato il corpo del ventiseienne in una pozza di sangue, la casa è in ordine. Non ci sono segni di effrazione e questo indica che è stato Andrea a far entrare l’assassino. Dall’appartamento, oltre all’arma del delitto, mancano gli oggetti preziosi di Andrea, ma al momento anche se si segue la pista del furto, non si esclude l’ipotesi che i gioielli siano stati rubati proprio per inscenare il furto finito nel sangue. Andrea Bossi era un giovane stimato e benvoluto, dalla vita tranquilla e senza ombre. Una possibile pista è quella di una persona conosciuta tramite social che Andrea avrebbe fatto entrare in casa. Le indagini sono svolte dai carabinieri e coordinate dalla procura di Busto Arsizio. Gli inquirenti stanno acquisendo tutte le immagini della videosorveglianza.