– Delitto di via Ravasi: la corte d’assise di Brescia respinge la richiesta di revisione del processo. La confessione tardiva di uno dei due coinvolti nell’omicidio non basta: c’è comunque il concorso morale. Daniel Calcano, in una lunga lettera inviata agli avvocati difensori di Robert Miguel Cobertera Monsalves, assolto in primo grado dall’accusa di omicidio volontario dalla Corte d’Assise presieduta da Ottavio D’Agostino e poi condannato all’ergastolo in secondo e terzo grado, aveva confessato:«Mentii. Cobertera non ha fatto nulla.
La mia chiamata in correità è fasulla. Sono soltanto io a colpire, con le coltellate all’addome Tarik Saad Heddine. L’ho ucciso io. Tutto il resto era falso».
Calcano, esecutore materiale dell’omicidio del marocchino di 34 anni avvenuto il 7 novembre 2008, fornisce così un nuovo elemento probatorio.
I legali di Cobertera, Paolo Bossi e Marco Lacchin, avevano chiesto la revisione del processo la revisione del processo sperando che i giochi potessero riaprirsi. Tanto più che Calcano, accoltellatore reo confesso, fu condannato a 30 anni con rito abbreviato. Cobertera ebbe il fine pena mai. Stando a Calcano, da innocente.
Il delitto maturò nell’ambito del commercio di droga. Un debito non pagato sarebbe stato alla base dell’assassinio. Cobertera, in alcuni passaggi delle sentenze d’Appello e Cassazione, viene indicato quale mandante dell’omicidio.
Ma c’è oggi la completa ritrattazione di Calcano. Fu solo lui ad agire e di sua iniziativa. Bisognerà adesso leggere con attenzione le motivazioni della decisione dei giudici bresciani. Tuttavia è possibile che sulla decisione abbia pesato il principio del concorso morale in omicidio: Cobertera forse non accoltellò ma era presente al fatto e non fece nulla per impedirlo.