Parigi, 3 set. (Ap) – Tredici anni dopo il calcio di punizione con il quale Roberto Carlos stupì il mondo intero, e che mai più si è visto su un campo, dei ricercatori sono pronti a dimostrare che quell’effetto straordinario impresso dal mancino brasiliano non fu frutto del caso, ma che è spiegabile attraverso le leggi della scienza.
Nel corso di un match amichevole contro la Francia, Roberto Carlos battè in porta da 35 metri direttamente da calcio di punizione, da posizione centrale rispetto alla rete: il pallone passò largo alla destra della barriera e quando sembrava diretto fuori (un raccatapalle sistemato a dieci metri dal palo è convinto che la sfera sta per colpirlo e si copre la testa), curvò improvvisamente fino a gonfiare la rete dopo avere appena “baciato” il palo alla sinistra del portiere francese Fabien Barthez, rimasto impietrito. Ovviamente l’effetto impresso al pallone fu frutto della grandissima abilità del terzino sinistro brasiliano, autore però di una vera e propria magia.
Non sono d’accordo invece gli scienziati, che ritengono quella traiettoria frutto delle perfette leggi della fisica. “Ma fu un avvenimento eccezionale, difficile che si ripeta”, ha spiegato un ricercatore, David Quere, fisico al politecnico di Parigi, all’Associated Press. Quere e i suoi colleghi hanno sviluppato un’equazione per spiegare la bizzarra traiettoria del tiro di Roberto Carlos: utilizzando una pistola hanno sparato in acqua proiettili alla velocità di 100 km/h, approssimativamente la velocità del tiro del brasiliano, arrivando alla conclusione che una sfera, quando curva, in realtà gira come una spirale.
Uno studio che secondo Quere, che si spiega nella pubblicazione affidata al New Journal of Physics, conferma il “Magnus effect”, responsabile della variazione della traiettoria di un corpo rotante in un fluido in movimento. L’effetto a spirale con un pallone da calcio si registra dopo 40 metri, ma quando la sfera rallenta, l’effetto è più pronunciato, fino a creare una spirale. “L’aspetto fondamentale da notare però è che quando la palla rallenta, la rotazione resta la stessa”, ha spiegato Quere. “Perciò, quanto più curva è la traiettoria di un pallone, più facilmente si può creare una spirale. Quel tiro di Roberto Carlos fu così perfetto che probabilmente aveva compreso in allenamento come trarre vantaggio da punizioni calciate da molto lontano”.
CAW
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