«A Viggiù c’è chi vive in macchina e chi non mangia più la carne perché costa troppo. Calderoli ha sbagliato. È innegabile. Ma ha chiesto scusa. E l’Italia ha problemi più seri di cui occuparsi». Così , afro americana sindaco di Viggiù, anche lei della Lega Nord, interviene nel “dibattito-caos” nato dopo le offese del vicepresidente del senato leghista, , al ministro , paragonata ad un «orango».
«È stata una battuta infelice, ma ha chiesto scusa, tutte queste polemiche mi sembrano un po’ esagerate. Lo stanno crocifiggendo. Mentre di offese in parlamento se ne sentono tutti i giorni ma passano senza tutte queste polemiche. Intanto la crisi aumenta e il Paese va a rotoli». No alle dimissioni, dunque. Almeno questo é il pensiero del primo sindaco di colore italiano, eletto proprio nel Carroccio. «Le dimissioni – conferma il sindaco – dovrebbero valere per tutti. Ma ormai è un insulto continuo. Perchè non si dimette anche chi dà del nano a Brunetta o da tempo fa riferimento alle puttane in Parlamento? O i grillini».
Questo non toglie nulla, però, alla gravità delle parole di Calderoli. «E io, che di offese di questo tipo ne ho ricevute, sono la prima a dire che ha sbagliato. Ma ripeto – sbotta Sandy Cane – ci sono problemi più gravi. Tante volte anch’io vorrei dire quel che penso davvero, ma nella mia posizione non lo faccio. In questo, Calderoli ha sbagliato, ma anche il ministro Kyenge a mio avviso ha provocato. In senso politico ovviamente».
«Questa idea dello ius soli, per esempio, crea tensioni. Io in Italia non lo voglio – tuona la Cane – Si rischia solo di innescare una guerra tra poveri». Parola di un sindaco «costretta tutti i giorni a fare i conti con il dramma della crisi». «Se arriva altra gente – prosegue – come si darà lavoro agli italiani? Se i bambini sono italiani, poi lo diventano i genitori, poi arrivano i cugini, i nipoti. Nella crisi che viviamo, si finirà ad ingenerare odio nei confronti degli immigrati».
Eppure negli States, sua seconda nazionalità lo ius soli esiste. «Ma i controlli – si affretta a spiegare – sono ben diversi. Se una donna incinta è senza i documenti, viene accompagnata in aeroporto e rispedita indietro col primo aereo». La stessa Cane, del resto, è diventata italiana dopo 15 anni. «Sui tempi di attesa – chiarisce – si potrebbe agire. Anche se, onestamente, senza cittadinanza, ho frequentato l’università, quando mi sono fatta male ho avuto le cure sanitarie».
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