Berlino, 19 mag. (Ap) – C’è chi è tutt’altro che preoccupato in Europa per il pesante deprezzamento dell’euro sul mercato dei cambi: sono i grandi esportatori della Germania, che grazie a questo fattore vedono improvvisamente rilanciare la loro competitività. Basti tener presente che due anni fa, quando l’euro aveva raggiunto invece un picco massimo a 1,6038 dollari, un’auto tedesca da 50.000 euro negli Stati Uniti costava 80.000 dollari: oggi la stessa cifra risulta ‘scontata’ a 60.000 dollari grazie alla variazione dei. Da ieri sera la divisa dell’Unione a 16 è tornata ai minimi da quattro anni sul dollaro e “naturalmente questo aiuta l’export della Germania, che a sua volta aiuta il paese a ritrovare slancio economico”, ha affermato all’Associated Press Volker Trierer, capo economista delle camere di commercio e industria della Germania.
Già da ieri in serata l’euro è calato fin sotto 1,22 dollari, a seguito dei nuovi indebolimenti di Wall Street, che tendono a favorire gli acquisti sul dollaro, e dei rinnovati timori di un effetto frenate sull’economia delle manovre di risanamento dei conti pubblici che i paesi di Eurolandia stanno avviando a seguito della crisi di bilancio della Grecia. Non ha poi aiutato il bando sulle vendite speculative allo scoperto di diversi titoli pubbliie e privati deciso dalla germania, una mossa che può apparire allarmistica. A metà mattina l’euro si attesta a 1,2176 dollari, dopo esser calato fino a 1,244 sui minimi da quattro anni.
Le esportazioni, ricorda Trierer “sono il fattore che ha aiutato a rivitalizzare l’economia”, dopo la fase di recessione innescata dalla crisi finanziaria mondiale. L’economista rileva che dopo un rallentamento sul 2009, già a marzo l’export tedesco ha registrato un aumento del 10,7 per cento e sull’insieme dell’anno prevede un più 7,25 per cento, con un ulteriore più 6 per cento nel 2011. Per non parlare della Cina poi: rispetto allo yuan l’euro è calato ai minimi da ben otto anni. Resta da vedere quando ci vorrà prima che i nuovi deprezzamenti valutari facciano effetto, perché solitamente il fattore cambi si riflette sul commercio con l’estero con un certo ritardo.
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