Napoli, 7 feb. (TMNews) – Beni per un valore di 18,5 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza, su delega della Dda di Napoli, a Paolo Diana, imprenditore casertano noto nel commercio di veicoli e trasporto merci. I reati contestati al 67enne detto ‘Scarpone’ sono associazione di stampo mafioso e trasferimento fraudolento di valori. Il provvedimento, emesso d’urgenza, ha interessato cinque società; 20 tra terreni e fabbricati ubicati tra le province di Roma e Caserta; sette automezzi e 66 rapporti finanziari per un importo di circa 3 milioni di euro.
Il 13 maggio scorso, Diana era già stato oggetto di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e di un analogo decreto di sequestro preventivo di beni emessi dal gip del Tribunale partenopeo, ma poi furono annullati dal Tribunale del Riesame, il 21 giugno successivo. L’operazione costituisce l’esito di ulteriori indagini delegate dalla Direzione distrettuale antimafia che hanno avuto origine dalle dichiarazioni di 11 collaboratori di giustizia che indicarono Diana come fiancheggiatore dei Casalesi. In particolare l’uomo
è stato indicato come colui il quale forniva autovetture e denaro agli affiliati, assicurava loro appoggi logistici per agguati mortali, metteva a disposizione le proprie abitazioni come basi di appoggio durante la guerra tra le diverse fazioni del clan, incontrava personalmente vertici dell’organizzazione durante la loro latitanza e ospitava loro presso le proprie abitazioni. Fungeva, infine, come intermediario tra affiliati e amministratori pubblici. I nuovi approfondimenti hanno dimostrato che Diana aveva intrattenuto rapporti, stabili e non occasionali con esponenti delle varie fazioni dei Casalesi.
Psc
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