Napoli, 31 mar. (Apcom) – L’arresto di Carmine e Nicola Zagaria, rispettivamente fratello e padre della ‘primula rossa’ dei Casalesi, Michele Zagaria, rappresenta “la prima tappa verso più approfondite indagini per arrivare all’obiettivo finale, ossia alla cattura del superlatitante”. È quanto dichiarato dal procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, nel corso di una conferenza stampa a Napoli per illustrare il contenuto della cattura di esponenti e affiliati al gruppo Zagaria, oltre al sequestro di beni di circa 40 milioni di euro nei confronti dell’organizzazione camorristica.
“Ogni latitante è pericoloso e la sua cattura è molto importante perché dà fiducia ai cittadini, soprattutto con la speranza che passino tutti – ha detto Grasso – dalla parte dello Stato”. In merito agli arresti dei due familiari di Zagaria, il procuratore nazionale antimafia ha detto che “c’è ancora tanto da lavorare” anche perché il superlatitante, inserito nell’elenco dei 30 più pericolosi d’Italia è ‘invisibile’. “L’impegno è massimo anche perché Zagaria – ha spiegato – adotta tutte le cautele possibili e inimmaginabili per essere prudente e per evitare la sua cattura. Adotta una protezione massima dal punto di vista tecnologico, delle reti logistiche cambiando continuamente nascondiglio”. Grasso fa riferimento a spostamenti anche nell’Italia centro-settentrionale parlando di “tracce rinvenute in Emilia e in Toscana”. Sarebbero, infatti, frequenti i suoi spostamenti fra la Campania e Modena.
Per evitare di essere intercettato Zagaria e gli esponenti del suo clan adottano materiale tecnologicamente avanzato e molto costoso come una serie di disturbatori di frequenze per intercettazioni e microspie per evitare infiltrati. Condizioni che rendono, indubbiamente, ancora più complicata la sua individuazione e di conseguenza la sua cattura.
Psc/Sar
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