Napoli, 30 mar. (Apcom) – E’ stata arrestata Maddalena Lombardi, 47enne moglie dell’ex latitante Salvatore Russo. La donna, ritenuta elemento di spicco del clan Russo attivo nell’area nolana e sottoposta al regime dei domiciliari, è stata condotta in carcere nella serata di ieri. Ad arrestarla a San Paolo Belsito, i carabinieri de Nucleo Operativo della Compagnia di Nola. Lombardi, consorte del capo dell´omonimo clan camorristico, già inserito nell´elenco dei 30 latitanti più pericolosi d´Italia con il fratello Pasquale e arrestati, rispettivamente, il 31 ottobre e il primo novembre scorso, è stata raggiunta da un ordine di custodia cautelare in carcere emesso il 29 marzo dal Tribunale di Nola.
Il provvedimento restrittivo riguarda anche Domenico Russo, detto `Mimmo `o cocco’, 39enne di Saviano, elemento apicale del clan Russo e attualmente detenuto presso il carcere napoletano di Poggioreale. Entrambi sono ritenuti responsabili di estorsione continuata in concorso, aggravata dal metodo mafioso e condannati a 8 anni e sei mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 1.500 euro, nonché all´interdizione perpetua dai pubblici uffici ed interdizione legale per la durata dell´applicazione della pena.
La sentenza di condanna ha confermato la complessa e prolungata attività investigativa, svolta dai militari dell´Arma e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, nel corso della quale, il 3 dicembre 2008, erano già stati arrestati sia Maddalena Lombardi che Domenico Russo per gli stessi reati. In particolare, è stato accertato che Russo, in qualità di socio e amministratore della `Russo General Food’, società proprietaria del supermercato `Decò’ di Nola e nella quale risultavano essere soci anche Michele e Maria Paola Russo, figli del capoclan Salvatore, e la stessa Lombardi, avvalendosi della forza intimidatrice del clan, avevano costretto i 13 dipendenti dell’esercizio commerciale a farsi consegnare circa la metà della retribuzione mensile, pena il licenziamento o aggressioni fisiche e verbali.
La decisione di condurre la donna in carcere è scaturita dalla possibilità di reiterazione del reato e dal pericolo di fuga.
Psc
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