Napoli, 7 dic. (Apcom) – Svolgevano le normali incombenze quotidiane, compreso guidare moto o automobili, ma per l’Inps erano non vedenti. La truffa, che in un triennio ha causato un danno all’erario di circa un milione di euro, è stata scoperta dai carabinieri a Napoli. Sono 53 le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale partenopeo per truffa aggravata, falso in atto pubblico e contraffazione di pubblici sigilli. Agli indagati, tra cui 41 donne, è stato concesso il beneficio dei domiciliari.
Grazie alla falsificazione della documentazione medica e amministrativa i falsi invalidi riuscivano a ottenere le indebite indennità fingendosi ciechi o parzialmente non vedenti. Un sistema rodato sin nei minimi dettagli prevedendo non solo la contraffazione perfetta dei sigilli, ma anche il `ritocco’ delle pupille sulle foto dei documenti di identità per renderle quanto più simili a quelle dei portatori di handicap. L’indagine è iniziata nel settembre scorso in seguito a una denuncia sporta presso la Procura partenopea dal Comune di Napoli relativa a una singola pratica di riconoscimento di invalidità civile ritenuta falsa. Nel corso delle successive indagini è stata accertata l’esistenza di quella che i magistrati definiscono una “diffusa e variegata attività di falsificazione” di certificazioni.
Il sistema era ben collaudato: esisteva l’abile redazione di falsi verbali di accertamento sanitario redatti anche grazie all’uso di falsi sigilli, firme fasulle di medici realmente addetti alle visite, indicazione di numeri di protocollo dell’Asl di riferimento inesistenti oppure riconducibili a persone diverse dai falsi destinatari. La struttura criminale, composta con molta probabilità da persone della zona del Pallonetto di Santa Lucia a Napoli, provvedeva a stilare la documentazione necessaria che apparentemente era stata spedita all’azienda sanitaria Napoli 1. Documenti che poi arrivavano agli uffici comunali specifici per i decreti di riconoscimento dello stato di invalidità e la relativa pensione con successiva comunicazione all’Inps per l’effettiva erogazione delle somme dovute.
Il procuratore aggiunto Francesco Greco sottolinea in una nota l’esistenza di “un vero e proprio programma criminoso stabilmente condiviso da più persone” al punto da ipotizzare, sotto il profilo tecnico-giuridico, un’associazione per delinquere in relazione alla quale sono in corso ulteriori approfondimenti non escludendo anche il coinvolgimento di persone appartenenti alla pubblica amministrazione.
Psc
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