Campi invertiti, il Mariano dice no

La trasferta proibita: una soluzione sembrava vicina, ma il dietrofront dei comaschi ha fatto saltare tutto. «Avevamo proposto di giocare al Franco Ossola e poi da loro al ritorno. Il loro rifiuto ci ha amareggiati»

Nulla da fare. Il caso è chiuso. L’ultima parola l’ha avuta il Mariano Comense, e ha detto no. Il Varese (e anche noi) le ha provate tutte per permettere ai propri tifosi di assistere alla trasferta, ma quando sembrava tutto risolto, o quasi, è arrivato il rifiuto degli avversari.

Qual era la proposta? Inversione di campo, si gioca a Varese e per il ritorno c’è tutto il tempo per pensare ad un campo neutro o ad una soluzione più idonea. Varese d’accordo, e ci mancherebbe altro, Federazione d’accordo, mancava solo il placet del Mariano Comense. Che non è arrivato, appunto. Perché la società ci tiene tantissimo a giocare questa partita in casa. E questa decisione stride un po’ con il comunicato pubblicato sul sito della società,

che riporta queste parole: “Non entriamo nel merito di tale decisione non essendo di nostra competenza, ma dal punto di vista sportivo, ancora una volta perde lo sport”. Belle parole, sì, a cui poi non sono seguiti i fatti. Perché ora le possibilità di cambiare le sorti di questa decisione assurda e senza logica sono prossime allo zero, come conferma , direttore dell’area tecnica del Varese Calcio: «Noi ci abbiamo provato in tutti i modi, abbiamo contattato la Federazione, abbiamo ottenuto il via libera per l’inversione di campo. Inizialmente anche il Mariano è sembrato d’accordo, ma poco dopo ci hanno richiamato per comunicarci il loro rifiuto. Mi spiace molto perché i nostri tifosi non meritano questo trattamento. Nessuno si sarebbe sognato di andare a Mariano a fare disastri. Non andiamo a giocare il derby con il Como, è tutta un’altra cosa. Eravamo convinti di aver raggiunto la soluzione del problema con l’inversione di campo, il loro no ci ha sorpresi ed amareggiati». Questa decisione quantomeno farà scuola, perché il Varese si è già mosso per evitare che altri problemi di questo genere possano ricapitare in futuro: «Sempre parlando con la Federazione, abbiamo fatto notare che il Varese esce fortemente penalizzato da questa vicenda, motivo per cui ci auguriamo che non accada più in futuro. Per questo ci siamo cautelati chiedendo alla Federazione di controllare che tutti le società che incontreremo adottino le misure necessarie per ospitarci, nel loro campo o in campo neutro. Ed in questo la Federazione è assolutamente al nostro fianco perché riconosce che chi ci perde siamo noi».

Per non perdere tempo, il Varese Calcio si è già messo in contatto con l’Ardor Lazzate, altra squadra comasca, al fine di non incappare di nuovo in questi divieti imbarazzanti: «Direi che, differentemente dal Mariano, l’Ardor Lazzate è stata collaborativa e si è mossa repentinamente per trovare un campo neutro, che è stato individuato nel Chinetti di Solbiate. Se tutto va bene, si giocherà lì. E sarà l’8 dicembre, su richiesta proprio del Lazzate. La soluzione ci aggrada, perché i nostri tifosi potranno riempire uno stadio grande e capiente, e passare una giornata di festa guardando una sfida di alta classifica. L’Ardor è altresì soddisfatta della soluzione, perché verranno tantissimi tifosi e potrà portare a casa un incasso considerevole. Non capisco perché a Mariano Comense non sia passato questo messaggio». La risposta dei tifosi del Varese a questo divieto è ancor più sorprendente: l’ultimo dato aggiornato sugli abbonamenti ha fermato il conteggio ad oltre 1300 tessere staccate. Come dire, ciò che non uccide, fortifica.