Essere campioni e anche ottimi studenti? A sentir parlare non sembra un problema.
Questo ventiduenne di Brebbia mette sul piatto l’Università con la media del 29 e mezzo e la medaglia di bronzo con la maglia azzurra per il basket in carrozzina under 22.
Ora è in odore di convocazione per la nazionale maggiore ed è a un passo anche dalla laurea triennale in Biologia. Perché Francesco è fatto così, e lo dice lui stesso: «Se decido di fare una cosa la devo fare non bene, ma benissimo».
La sua vita ha avuto un esordio difficile: a dieci mesi un infarto del midollo voleva scrivere il suo destino, ma questa storia la ha invece scritta tutta lui. Insieme a una famiglia e, soprattutto, a una mamma meravigliosa. «Sono sempre stato un grande sportivo – dice – ho vissuto cercando di non far pesare il mio deficit e ho dato il massimo». A scuola come nello sport.
«Ho sempre fatto attività sportiva – racconta – prima il nuoto a livello agonistico, poi il judo e dalla seconda media il basket».
Indubbiamente con la palla a spicchi Francesco ci ha saputo fare, e ancora oggi ringrazia il fisioterapista che, durante una visita di routine al Niguarda di Milano, lo spinse a interessarsi a questa disciplina sportiva.
La sua carriera cestistica lo ha visto sul parquet nelle diverse serie: dalla B alla A1,
con Cantù, Sassari ed ora con l’Hs Varese. Con la maglia della nazionale under 22, a settembre dello scorso anno a Saragozza, è stato protagonista della partita che ha fruttato alla squadra italiana la medaglia di bronzo ai campionati Europei.
«In questi anni – racconta ancor Francesco – ho viaggiato per le trasferte, ho visitato molti posti e il basket mi ha dato molto. Ora io credo di poter dare ancora molto anche perché, rispetto ad altri giocatori, ho davvero molti anni alle spalle di allenamento e di partite avendo cominciato a giocare molto presto».
Insomma oggi, a ridosso delle convocazioni per gli Europei di basket in carrozzina che la prima squadra disputerà nel Regno Unito dal 28 agosto al 6 settembre, Francesco si sente assolutamente pronto per dare il suo contributo alla nazionale.
E gli studi? «Fin dalle elementari per me non ci sono stati problemi – racconta – Mi piaceva studiare e avevo ottimi risultati. Anche crescendo e con l’intensificarsi degli allenamenti, non ho mai avuto problemi. Solo l’anno della maturità ho capito che dovevo rallentare un po’ gli impegni sportivi: mi sono fermato qualche mese, ma è stata una breve parentesi. Poi ho ripreso, anche perché senza allenamenti cominciavo a soffrire di dolori e mal di schiena».
Francesco, nonostante i 4 o 5 allenamenti a settimana che sono richiesti dall’agonismo, resta sempre un ragazzo con la testa sulle spalle. «Lo sport per me è importantissimo – dice – ma so che non si può vivere solo di questo, soprattutto nelle discipline considerate minori come la mia».
E allora la laurea è un obiettivo che persegue con altrettanta tenacia e in vista della quale la tabella di marcia è già stata fatta: cinque esami da dare entro l’estate, il tirocinio in laboratorio e la tesi da discutere in autunno. E dopo? «Sicuramente mi iscriverò a una laurea specialistica – racconta – e spero di poterlo fare qui all’Insubria restando vicino a casa, alla mia squadra e agli affetti».