Tutte le risposte ai mille dubbi dei nostri lettori sul nuovo canone Rai in bolletta.La materia è ancora oggetto di dibattito e di interpretazione, visto che il provvedimento che inserisce la tassa sul possesso degli apparecchi radiotelevisivi nella bolletta dell’elettricità è fresco di approvazione in Legge di Stabilità e il Ministero dello Sviluppo Economico ha 45 giorni di tempo dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per rendere noto il decreto con tutti i dettagli. Quel che è certo è che la riscossione del canone Rai non avverrà più attraverso l’ormai tradizionale bollettino postale: dal primo gennaio 2016, il canone Rai verrà addebitato nella bolletta per l’elettricità, suddiviso in dieci rate da dieci euro l’una, per un totale di 100 euro a nucleo familiare, contro i 113,50 del canone 2015. Solo per il primo anno, il 2016, l’addebito inizierà a partire dal mese di luglio, con una prima maxi-rata da 70 euro a luglio.
Il principio della riscossione prevede che il canone, dovuto da chiunque detenga un apparecchio atto o adattabile alla ricezione delle trasmissioni televisive) venga addebitato ad ogni utenza elettrica associata alla prima casa. Ciò comporta che ogni nucleo familiare anagrafico dovrà effettuare un unico pagamento. Inoltre, il pagamento effettuato vale per tutti gli apparecchi televisivi presenti all’interno dell’abitazione principale ma anche per quelli posseduti nelle seconde case. Se, tuttavia, i coniugi hanno due diverse residenze e risultano come due famiglie anagrafiche distinte,
il canone sarà dovuto due volte. Non dovrebbero esserci particolari problemi per quanto riguarda gli inquilini che vivono in affitto: dato che generalmente il contratto di fornitura dell’energia elettrica è intestato direttamente all’inquilino, e non al proprietario di casa, l’addebito sarà automatico. Lo stesso vale per chi risiede in un immobile dato in comodato. Capitolo esenzioni. Sono esentati di diritto dal pagamento del canone Rai i soggetti che hanno superato i 75 anni e che sono titolari di un reddito che, sommato a quello del coniuge, non supera l’importo di ottomila euro annui. Esonerate dal pagamento anche categorie specifiche come militari, diplomatici, imprese del settore radio-tv. Per chi non possiede un apparecchio televisivo, l’esonero andrà richiesto inviando l’apposito modello di autocertificazione (reperibile sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate, alla voce “Esonero e rimborso canone Rai”) all’indirizzo: Agenzia delle Entrate – Ufficio Torino 1 Sat – Sportello Abbonamenti Tv – Casella Postale 22 – 10121 Torino. L’autocertificazione, che espone a conseguenze penali in caso di dichiarazioni mendaci, vale un anno, perciò andrà inviata tutti gli anni.
Non è più consentita la disdetta con suggellamento degli apparecchi televisivi. Su questo fronte, Adiconsum Bergamo sta invitando tutti coloro che non hanno un apparecchio televisivo (o che hanno già fatto in passato la disdetta al canone) ad inviare entro la fine dell’anno, quindi entro domani, il modello di autocertificazione di non possesso del televisore o di esenzione dal pagamento del canone Rai, «per maggior sicurezza e per evitare di dover chiedere successivamente un rimborso». Le conseguenze dell’evasione sono pesanti: la sanzione da pagare è pari a cinque volte l’importo del canone evaso (ben 500 euro), maggiorato degli interessi. Oltretutto, la prescrizione è decennale, il doppio di quella prevista generalmente per le imposte. Non mancano le lacune normative, già individuate da alcuni esperti: ad esempio non è chiaro come ci si debba comportare in caso di cambio di residenza, cessazione dell’utenza, acquisto o rottamazione dell’apparecchio tv, nel corso dell’anno.