Cantello, che beffaRaddoppia la discarica

CANTELLO La “montagna della vergogna” raddoppia. A nulla sono servite le proteste dei residenti di Gaggiolo, costretti da anni a convivere con la discarica di inerti – amianto compreso – a pochi metri dalle loro case, e dell’amministrazione comunale. La tanto temuta fase due, ovvero quella dell’ampliamento in direzione della collina di Rodero, partirà. Il via libera, infatti, è stato sancito nelle scorse ore dal comune svizzero di Stabio, sul cui territorio sorge la discarica, che ha concesso il nulla osta alla seconda fase di ampliamento del sito.


Negli scorsi giorni il municipio ha rilasciato così la licenza edilizia ai gestori della  Gedis e della Robbiani scavi. «Il progetto – fanno sapere dal comune elvetico – ritenuto conforme alle prescrizioni concernenti la protezione dell’ambiente, ha ricevuto anche l’avallo delle autorità cantonali dopo la presentazione dell’esame di impatto ambientale». Peccato che come sempre a subire i pesanti riflessi di questo stoccaggio di inerti saranno i cittadini del Gaggiolo che risiedono nelle immediate vicinanze. «Polveri, assenza di luce e rumore di mezzi meccanici – raccontano – ora raddoppieranno. Senza che nessuno possa fare qualcosa per la nostra salute».
Perché se per gli svizzeri la discarica non crea problemi, per gli italiani le opzioni per intervenire sono davvero limitate. «Siamo alle solite – chiarisce il vicesindaco di Cantello, Domenico Naticchi – perché purtroppo siamo costretti a subire decisioni prese da altri. L’unica cosa che siamo riusciti ad ottenere, anche in questa fase due e speriamo che sia rispettata, è il contenimento dell’altezza del nuovo pezzo di discarica. Contrariamente al progetto originario che avrebbe consentito agli inerti di raggiungere l’altezza di 42 metri siamo riusciti, anche grazie alla Provincia di Varese, a convincere le autorità d’oltreconfine ad imporre un abbassamento. Così anche il nuovo fronte non dovrebbe superare di 32 metri attuali il che tradotto significa qualcosa come 130mila metri cubi in meno». Resta il peso di un’altra decisione subita. E quella montagna che oscure il sole.
Alessio Pagani

b.melazzini

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