CANTELLO «I bambini piangevano e io piangevo con loro, è stato un pianto generale, un dolore immenso». Una scuola a lutto: l’atmosfera di dolore che si respirava ieri mattina alle elementari “Marconi” di Cantello è ben riassunta dalle parole del dirigente scolastico Vincenzo Amore.
Il piccolo Mattia Bianchi di 10 anni, deceduto domenica mattina sulle nevi svizzere in seguito a una terribile caduta sugli sci, frequentava la quinta B a Cantello. Una scuola familiare, accogliente, nella quale il piccolo aveva tanti amici ed era benvoluto da tutti. All’indomani della tragedia la scuola è sgomenta per quello che è accaduto al piccolo Mattia.
Incredulità e dolore tra gli insegnanti e i compagni di classe. Sul suo banco ci sono un fiore che le maestre hanno appoggiato e la foto di classe con il piccolo Mattia al centro. Tanti messaggini, pensieri affettuosi che i compagni hanno scritto e disegnato raccontando la sua sensibilità, la sua passione per il Milan, il suo amore per lo sport. C’è l’affetto contagioso dei compagni che si respira nei corridoi della scuola e che si legge negli occhi carichi di emozione di maestre e bidelle.
Mattia era apprezzato, cosa che traspare da ogni frase pronunciata da chi lo ha conosciuto. «Era bravo, educato e sensibile – dicono Marilena Sironi, insegnante di italiano, ed Elena Rosati di matematica – Un bambino intelligente, curioso, acuto. Amava soprattutto le materie scientifiche, in particolare la matematica. Aveva detto che da grande gli sarebbe piaciuto fare l’archeologo».
Sul giornale di martedì 17 gennaio tutte le reazioni in paese, le immagini del lutto, gli sviluppi dell’indagine svizzera sulla tragedia di Airolo.
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