A volte capita di pigliare un granchio: succede a tutti, persino agli onorevoli. Capita di orecchiare una storia e di non capirci nulla, di provare a cavalcarla per fare un po’ di sana polemica politichese e di incappare nella classica brutta figura. Onorevole Grimoldi, si fidi: l’ non è bella, è bellissima. Perché si porta dentro il concetto più sano di integrazione e soprattutto perché aiuta a dare ai nostri bambini l’insegnamento più importante e allo stesso tempo più difficile. Quale? Che la diversità, sempre e comunque, è un valore: mai un problema, mai qualcosa che divide.
Certo, la tentazione era forte: l’argomento migranti/clandestini/richiedenti asilo tira sempre un casino, e a sparare nel mucchio può anche capitare di fare centro. Stavolta, è andata male: anzi, malissimo. Perché vede, onorevole Grimoldi, quando si vuole cavalcare una storia (soprattutto se la si cavalca per fare polemica) bisogna prima conoscerla bene. Cosa che lei, con il suo intervento, ci ha dimostrato di non essersi premurato di fare.
Perché la scuola in questione è una primaria (primaria significa elementare, non materna), perché i piatti non saranno cucinati dai ragazzi nigeriani (vivaddio, non sono mica impazziti ad Azzate: a cucinare saranno i cuochi della mensa), perché l’iniziativa rientra in un progetto votato all’unanimità dal consiglio comunale (quindi, anche dalla Lega). Un progetto bellissimo, meritorio, da esportare in tutte le altre scuole della Provincia: un esempio di educazione e di apertura al mondo e alle culture diverse dalla nostra. Una giornata diversa che i bambini sapranno accogliere come sanno fare soltanto loro: senza pregiudizi, senza paraocchi, senza rabbia precotta (peccato che poi i bambini crescano…).
Capita di prendere un granchio, onorevole Grimoldi: capita a tutti. E quando capita, se dopo si chiede scusa, si fa più bella figura. n