Ho cancellato l’inizio di questa lettera ormai troppe volte, non è facile scriverti. Non è facile scrivere di te, è difficile perché ci sarebbero così tante cose da dire e ho paura di metterle in ordine di importanza perché ogni ricordo è unico e importante.
Ci siamo conosciute all’auxologico di Piancavallo, perché ahimè abbiamo condiviso nel nostro breve percorso insieme lo stesso demone. Era il mio secondo ricovero e non ne ero contenta, schivavo sguardi , parole e amicizie. Non volevo conoscere nessuno e non legarmi a nessuno. Poi arrivasti tu, sulle tue lunghe gambe con portamento leggiadro e molto elegante anche… avevi gli occhi tristi, che contrastavano il tuo sorriso dolcissimo… Sei sempre stata di conforto a tutte noi, ed eri tu la prima a doverne ricevere… sempre pronta a togliere qualcosa a te per fare stare bene chi ti stava intorno.
Simpatia spumeggiante, rara sensibilità e bellezza tutto in una persona sola! Tutti i giorni ti chiedevo di farmi le trecce e non mi hai mai detto di no, anche quando eri stanca e col sondino attaccato. Purtroppo la tua dolcezza in questo mondo marcio non ti ha aiutato a combattere quello schifo di parassita di nome anoressia. L’anoressia è una brutta malattia mentale che piano piano passando dalla mente ha preso anche il tuo corpo ma mai il tuo cuore, sempre aperto e amorevole con tutti. Ce ne sarebbero di cose da dire mia grande guerriera, ancora ti vedo col tuo pigiamino del Re leone che cammini per i corridoi e lanci sorrisi…
Giadina amica mia avrai perso una battaglia, è vero, ma qui in terra tutte le tue sorelle combatteranno anche per te questa guerra. Insieme saremo più forti. Combatteremo sia per noi che per te, perché nel vincere vinceremo due volte.
Con affetto Barbara, la tua elfetta.