Bagno di folla per il ministro Maria Elena Boschi: il Sì tenta lo sprint a tre settimane dal voto referendario. «A Varese avete dato un segnale importante. Ora servono quella squadra, quell’entusiasmo e quell’energia per vincere anche il 4 dicembre».
È tutto esaurito in un teatro Santuccio blindatissimo per ragioni di sicurezza, ma oggettivamente insufficiente per contenere tutto l’entusiasmo che la base del Pd dimostra di nutrire per la ministra delle riforme Costituzionali, ieri in tour in Lombardia. Maria Elena Boschi arriva un po’ in ritardo, dopo essersi concessa una visita privata a Villa Panza, “scortata” dallo stato maggiore del Pd provinciale: Alessandro Alfieri, Daniele Marantelli, Angelo Senaldi, Erica D’Adda, il presidente del Comitato provinciale del Sì
Giuseppe Adamoli. Dall’interno del teatrino si sente l’applauso di via Sacco, dei tanti cittadini e militanti che non sono riusciti ad entrare, e che la ministra ci terrà a salutare e ringraziare al termine dell’incontro. «Mi sembra che ce ne sia tanta, di gente – l’esordio dell’applauditissima Boschi – un bel segnale della voglia che c’è di partecipare, di informarsi, di entrare nel merito e dare una mano per questa campagna referendaria». La ministra punta forte su Varese, soprattutto dopo la vittoria di Davide Galimberti alle comunali: «Avete fatto una campagna straordinaria – afferma Boschi – dando un segnale importante non solo per la Lombardia ma per tutta l’Italia. Ha pagato il vostro lavoro porta a porta, metro per metro, parlando con tutti. Serve quella squadra, quell’entusiasmo, quell’energia, anche in vista del 4 dicembre. Perché non basta andare a votare Sì, ma serve parlare con più persone possibile».
La “madrina” della riforma invita i militanti quasi ad un attivismo modello “testimoni di Geova”: «Dobbiamo essere educatamente molesti, parlare in fila al supermercato, con i colleghi, i compagni di scuola e di università, i vicini di casa. Piccoli gesti, come le telefonate alla fine del mese visto che ormai abbiamo tutti la tariffa flat o anche una pizza con gli amici per parlare del referendum. Se ci date una mano, il 4 dicembre ce la facciamo a scrivere insieme una pagina nuova per il nostro Paese». Perché la Boschi insiste sull’importanza dell’appuntamento referendario: «Se perdiamo questa occasione, non ce n’è un’altra tra sei mesi o un anno – ricorda – la scelta è tra il Sì al cambiamento e lasciare tutto com’è. Ma poi non ci lamentiamo se avremo le stesse leggi, per risolvere gli stessi problemi, e le stesse facce. La fotografia del No è emblematica, per loro è l’ultima chiamata. Anche Varese metta in campo l’entusiasmo di cinque mesi fa per un Si convinto al cambiamento e al futuro dell’Italia». Parla chiaro, semplice e diretto, Maria Elena Boschi, e conquista la platea del Santuccio. Alla fine sarà presa d’assalto per i selfie, mentre un militante chiede a Samuele Astuti di «fare un volantino con le parole del ministro, che si capisce bene perché bisogna votare sì». La Boschi semplifica i concetti e non alza mai i toni, ma disinnesca molte delle obiezioni di chi dice No: «La riforma non riguarda solo i politici di professione, ma è una scelta importante per il nostro futuro. Per incidere abbiamo bisogno che la riforma diventi realtà, che vinca il sì. E abbiamo bisogno di voi. È una scelta decisiva che facciamo tutti insieme come cittadini. Perché le riforme servono a costruire un paese più semplice, che funziona meglio, e più giusto».