Caravate, i lavoratori Inda in sciopero contro la chiusura

CARAVATE Lavoratori in sciopero per strada, all’ingresso dello stabilimento. I dipendenti della Inda di Caravate, azienda leader nel settore degli arredi per bagno, hanno fatto sentire tutta la loro rabbia, ieri mattina, dopo l’assemblea sindacale, nella quale è stata comunicata ai lavoratori la decisione dell’azienda di chiudere entro l’anno lo storico stabilimento.

I lavoratori impiegati sono 230: per 125 è stata chiesta l’attivazione della cassa integrazione straordinaria, mentre 113 verranno trasferiti nella sede direzionale di Vizzola Ticino e 32 in quella di Pagazzano, in provincia di Bergamo. Nei prossimi giorni verranno messe in atto altre azioni di protesta, con scioperi e manifestazioni davanti all’ingresso della ditta. Venerdì, nella sede Univa a Varese, è previsto un incontro tra i sindacati e l’azienda, per iniziare le trattative sul futuro dei lavoratori.

«I dipendenti sono distrutti – commenta Giuseppe Marasco della Fim Cisl – scendere in strada e scioperare è stato una sorta di atto liberatorio». Dopo l’assemblea sindacale delle 8.30, i lavoratori sono scesi davanti ai cancelli alle 10.30 e lì sono rimasti in segno di protesta fino a mezzogiorno; nel pomeriggio poi si sono riunite le Rsu. «È nostra intenzione – spiega Marasco – organizzare venerdì mattina un presidio anche fuori dalla sede di Univa, durante le trattative».

Alla Inda lavorano tante famiglie della zona. «Oltre ai lavoratori che andranno in cassa, pensiamo al disagio di chi dovrà andare a lavorare a Vizzola Ticino o, peggio ancora, a Pagazzano, che dista 120 chilometri da qui», sottolinea l’esponente della Fim, che delinea alcune proposte da portare al tavolo: «Parleremo di rioccupazione e di corsi di riqualificazione dei lavoratori. Mi aspetto un contributo della proprietà, la famiglia Fantoni». Il sindacalista chiude con una domanda: «Cosa succederà all’area industriale di Caravate? Verrà reindustrializzata oppure ci costruiranno villette?».

A solidarizzare con i lavoratori è intervenuto anche il sindaco Daniela Mendozza: «È una decisione grave e incomprensibile che mette in crisi il futuro del paese, presa senza confrontarsi con il Comune. Ci impegneremo per trovare una soluzione che salvaguardi la realtà di Caravate».

s.affolti

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