– «Il salame danneggia gravemente te e chi ti sta intorno». C’è scritto così sulle nuove etichette dei prodotti del Salumificio Minoli: una reazione scherzosa all’inserimento di salumi ed insaccati tra le sostanza cancerogene da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Il messaggio, racchiuso in una foto che è stata pubblicata sulla pagina Facebook dell’azienda ricevendo diversi apprezzamenti da parte dei clienti, scimmiotta quelli che sono inseriti da diversi anni sui pacchetti di sigarette. E del resto nella stessa lista delle sostanze indicate come cancerogene per l’uomo, nella quale sono stati inseriti salumi ed insaccati, c’è anche il tabacco.
«Ovviamente la mia è una presa in giro», spiega , titolare della storica azienda gallaratese, «proviamo a scherzare su queste cose assurde che ogni tanto saltano fuori: tutto questo lo sappiamo da una vita. E comunque, anche se mangi una torta al giorno vai all’altro mondo». Minoli è il primo a riconoscere che «l’abuso di salumi fa sicuramente male». L’Oms parla di un aumento del rischio di contrarre il cancro al colon del 17% se si mangiano 50 grammi di salumi o insaccati al giorno oppure 100 grammi di carni rosse. «E mi sembra che sia un consumo molto esagerato».
È un problema di quantità, certamente. Ma il titolare del salumificio ne fa anche una questione di qualità. «A fine agosto ho comprato un salame da 5 euro al supermercato: la settimana scorsa era ancora morbido». L’idea è che ci fossero un po’ troppi conservanti. «Lo scorso anno sono venuti da me dei produttori di additivi alimentari: volevano vendermi una polvere bianca da sciogliere in acqua, congelare e poi tritare. Un surrogato del grasso del salame».
Minoli ha rifiutato: «Mi chiedo se si possa fare una cosa del genere per risparmiare. Poi ci credo che la gente finisce in oncologica». Mangiare meno salame e mangiarne di più alta qualità: l’imprenditore gallaratese tira ovviamente acqua al suo mulino. Ma lo fa con la sicurezza di non vedere intaccati i suoi affari. «Non credo che perderò clienti», afferma, «quelli che sono venuti da me in questi ultimi giorni, su questa decisione dell’Oms ci ridevano sopra». «Sono il primo a dire che non bisogna abusare di salumi, però questa lista mette sullo stesso piano il prosciutto di Parma, che è coscia di maiale con il sale, e i wurstel». C’è di più: «nello stesso elenco dei cancerogeni c’è anche roba come il benzene. O il plutonio». Il punto, conclude, è che le notizie vanno approfondite. «Il problema grosso è che non c’è cultura: parliamo di educazione sessuale per i bambini a scuola, perché non facciamo anche un po’ di educazione alimentare?»