«Strade sporche e grossi problemi alla viabilità, rami e alberi caduti e tanti, decisamente troppi, disagi per una città come Varese. A questo punto mi chiedo se l’amministrazione varesina sia in possesso di un piano di prevenzione per situazioni come questa, sarebbe scandaloso se Varese ne fosse sprovvista ma è altrettanto vero che, se il piano lo abbiamo, oggi ha dimostrato tutta la sua inefficienza e inefficacia. E parliamo di una nevicata tutt’altro che improvvisa, né eccezionale, perché il meteo aveva previsto questa situazione già da qualche giorno».
No. Queste non sono le parole di un esponente della minoranza, pronto ad attaccare l’amministrazione dopo i disagi della nevicata di lunedì. scorso. E non sono nemmeno le parole di un avversario di partito, abile a sfruttare politicamente ogni mezzo passo falso della maggioranza targata PD per tirare qualche bordata.
No. Queste sono le parole di Davide Galimberti. Pronunciate il 5 marzo del 2016 quando una nevicata fuori stagione mise in crisi la viabilità cittadina creando parecchi problemi agli automobilisti. Parole con le quali l’attuale sindaco, che allora era il candidato del PD per Palazzo Estense, attaccò la giunta di Attilio Fontana. E concluse il suo attacco dicendo: «In futuro non dovremo più farci trovare impreparati davanti a situazioni come queste. Da giugno avremo molto da lavorare per voltare definitivamente pagina ad una amministrazione che si sta rilevando inefficiente sotto tutti i punti di vista».
Eccoci qua, dunque. Giugno 2016 è passato da un pezzo e, se proprio dobbiamo dirla tutta, le cose dal punto di vista della gestione della neve non è che siano migliorate poi di tanto. Forse, semplicemente, ormai Galimberti e i suoi si sono resi conto che governare è sempre molto più complicato che stare dall’altra parte. Che gestire una nevicata (anche modesta, come quella di lunedì) in una città come la nostra non è una cosa semplice, anzi. È qualcosa che scontenterà comunque qualcuno, è qualcosa che comporta assumersi dei rischi, fare delle scelte e prendersi delle responsabilità. E che comporta la scocciatura di sentire qualcuno dell’opposizione urlare: «Vergogna, quando governeremo noi cambierà tutto». E se non si è pronti ad accettarlo, significa che non si è pronti a governare.