Il caro estinto? Caro in tutti i sensi, con gli aumenti tariffari sui rinnovi delle concessioni cimiteriali, introdotti con il bilancio di previsione 2017. Cifre da sborsare addirittura triplicate o persino decuplicate, pur con rinnovi che da 30 anni passano a 99 anni. «Adeguamenti necessari. Prima le tariffe erano bassissime» ammette l’assessore alla partita . Ma da Borsano parte la rivolta contro i rincari: il comitato spontaneo di quartiere ha già fissato un appuntamento con l’assessore per discutere faccia a faccia.
Nel bilancio preventivo
Una “stangata” passata sotto traccia nell’ambito della discussione sul preventivo finanziario 2017 di palazzo Gilardoni, in cui ha creato molto più scalpore il ritocco all’insù della tassa rifiuti. A svelare il “caro-tombe” è stato il comitato di quartiere di Borsano, che con il proprio portavoce ha già bussato alla porta dell’ufficio dell’assessore Chiesa per chiedere spiegazioni.
Ad essere penalizzati sono soprattutto i rinnovi delle concessioni, anche in virtù delle novità introdotte nel regolamento cimiteriale, per il quale d’ora in poi, come spiega Chiesa, «le tariffe saranno legate al bilancio comunale e quindi riviste ogni anno, e non più stabilite nel regolamento stesso».
Tutti i numeri
I numeri sono effettivamente pesanti, in grado di sfatare clamorosamente la “livella” della poesia di Totò. Prendiamo ad esempio una tomba da tre posti: se nel 2016 la concessione trentennale costava 1667 euro e il rinnovo (sempre trentennale) 421 euro, da quest’anno la concessione trentennale viene ritoccata a 1692, ma l’alternativa è solo una concessione per 99 anni che viene a costare 5585 euro.
Discorso simile per un loculo con lastra in seconda fila, la più ambita: fino all’anno scorso la concessione trentennale costava 3230 euro e il rinnovo 831 euro, con il nuovo tariffario si pagano 3278 euro per la concessione trentennale oppure 5465 euro per la concessione cinquantennale. E via di questo passo.
Con le concessioni adeguate al tasso d’inflazione (più 1,5% circa) ma i rinnovi non più conveniente come prima. «Si fa cassa sui defunti?» la domanda sorta spontanea tra i borsanesi indignati. Ma l’assessore Chiesa ammette: «Sono state semplicemente adeguate al trend generale delle tariffe che in passato erano troppo basse, palesemente sottostimate. Oggi un rinnovo viene a costare quanto una concessione, tenendo conto che sono state attivate tutte le procedure per dilazionare e rateizzare il pagamento, in modo da non penalizzare nessuno».