Marchisio, fai attenzione ai tweet. Scuse gradite e accettate, ma è necessario riflettere bene quando si parla a migliaia di giovani, anche se ci si trova in un momento concitato.
E’ ormai passata una settimana ma ancora si parla del tweet di Marchisio che ha associato una telecronaca a suo parere scadente alla mancanza della vista del cronista incriminato: “Telecronaca fatta da un non vedente”, ha scritto il giocatore della Juventus
Voglio evitare un processo alle intenzioni,
davvero. Ma dispiace (e anzi a dirla tutta fa arrabbiare) che una frase del genere venga buttata nel “mare magnum” della gente comune: dei ragazzi soprattutto. Qualche giorno fa mi trovavo in una scuola, dove cercavo di spiegare che una persona che non vede può vivere una vita felice e ricca di soddisfazioni: a un certo punto un ragazzino mi ha chiesto: «Ma è vero che i non vedenti non capiscono niente di calcio?».
Allora è necessario essere più responsabili e comprendere, soprattutto se si parla “a cielo aperto” e si è soggetti a migliaia di condivisioni, che le interpretazioni di ciò che diciamo sono molteplici e a volte portano le persone fuori strada, allontanandole dal concetto che in quella scuola cercavo di esprimere col massimo del trasporto e della serietà.
Sarebbe stato sufficiente scrivere “telecronista incompetente”, l’espressione “non vedente” utilizziamola piuttosto per trasmettere pensieri positivi (che non mancano), perché i non vedenti sono Daniele, Martina, Riccardo e tanti altri come loro.
Ancora meno eleganti sono state, caro Marchisio, quelle faccine con gli occhiali che hai messo in fondo al tuo tweet: non tutti i non vedenti usano gli occhiali spessi e se lo fanno è per nascondere qualcosa che in fondo fa ancora male. evitiamo allora gli stereotipi come abbiamo con fatica eliminato il termine handicappato.
Detto questo, sono io il primo che della propria condizione scherza e apprezzo il tuo tweet successivo dove hai parlato di “scivolone”. Messaggio suggerito probabilmente dall’entourage del giocatore o da Marotta, persona molto sensibile e vicina al mondo della disabilità.