Stimatissimo Presidente Maroni,
Mi chiamo Daniele Cassioli, ho 31 anni, sono cieco dalla nascita e lavoro in provincia di Varese come fisioterapista e osteopata. Ho vinto diversi titoli mondiali nello sci nautico e le mie medaglie mi sono valse la menzione per il premio Rosa Camuna. Sto portando la mia esperienza in diverse realtà del territorio nazionale per dare forza e consapevolezza a tutte le famiglie con bambini diversamente abili. Anche per questo motivo sono stato da poco in Regione e ho incontrato l’Assessore Antonio Rossi per discutere di progetti sportivi con persone cieche o ipovedenti. Stare accanto a queste famiglie è un privilegio per me: in loro rivivo il mio percorso di qualche hanno fa: la formazione scolastica e universitaria, lo sport e più in generale l’integrazione col tessuto sociale in cui vivo.
Lo sport è una delle chiavi per fare aggregazione e vivere momenti di puro divertimento, dietro però ci sono delle storie: realtà di sacrifici, dolori e sensi di impotenza di fronte alle inspiegabili malattie di questi bambini.
Ci si ritrova senza nemmeno sapere il perché a rimbalzare da un dottore a un terapista occupazionale, da uno psicomotricista a un assistente sociale.
In tutto questo tormento, tante di queste famiglie hanno comunque la forza di sorridere e di trasmettere ai figli un po’ di serenità.
Questo è possibile anche grazie a centri specializzati che forniscono loro materiale didattico e inclusivo, rendendo possibile un vero scambio tra le esperienze di ognuno, utile per acquisire consapevolezza nel processo di crescita di un bambino al buio.
Ecco il motivo che mi ha spinto a scriverLe. Il Centro Non Vedenti (Centro per l’Integrazione Scolastica e la piena realizzazione dei non vedenti) di Brescia è una realtà di questo tipo, è uno di quegli ambienti in cui il genitore intravede delle opportunità, una speranza per il futuro dei propri figli. Oltre a essere un’eccellenza a livello nazionale è una vera oasi per chi non vede e per chi si trova a progettare un avvenire per chi deve vivere senza vista.
Il coinvolgimento emotivo è alla base del nostro agire ed è proprio per questo motivo che sento di spendermi al massimo per sostenere questo centro, al fine di consentire a ragazzi che, come tutti i cittadini, meritano di avere i libri scolastici a settembre, il sostegno didattico adeguato e via dicendo.
Spero con tutto il cuore di riuscire, anche in minima parte, a trasferirLe questo coinvolgimento emotivo, perché se non siamo noi adulti a favorire il processo d’integrazione scolastica non possiamo poi sorprenderci delle discriminazioni, del disagio delle minoranze. Allineare nella didattica e più in generale nelle esperienze del quotidiano un bambino o un ragazzo con difficoltà agli altri è la base per l’uguaglianza dei cittadini ed è da qui che si costruisce una società sana. Non voglio rubarLe altro tempo,
sono sicuro che, data la Sua sensibilità, saprà mettersi nei panni di quelle famiglie che, oltre a vivere delle difficoltà oggettive tutti i giorni, vedono traballare una delle poche certezze che avevano sul territorio. Il Centro Non Vedenti di Brescia è un’eccellenza della nostra regione e la sua stabilità e continuità nel tempo lo rende indispensabile per quelle persone che, come me anni fa, cercano di realizzarsi come esseri umani per arrivare a raggiungere la propria felicità, un diritto di tutti ma un privilegio per pochi.
Il mio auspicio è che le strutture istituzionali sappiano cogliere e semplificare le criticità che queste situazioni comportano, cercando di sostenere e non complicare la vita quotidiana di queste famiglie speciali. Strutture come quella di Brescia andrebbero replicate, non messe in discussione. Con la speranza di ricevere un aiuto concreto da parte della regione.
La saluto con stima e riconoscenza.