«Caro sindaco, le stazioni ora te le ridisegnamo noi»

«Signor sindaco, vorremmo farle vedere la nostra idea di città». A bussare all’ufficio di Attilio Fontana ieri sono stati due ventenni, appena laureati in architettura delle costruzioni al Politecnico di Milano

«Signor sindaco, vorremmo farle vedere la nostra idea di città». A bussare all’ufficio di ieri sono stati due ventenni, appena laureati in architettura delle costruzioni al Politecnico di Milano. Si tratta di , 22 anni, con in testa il sogno di diventare urbanista.

E di , 23 anni, che “da grande” sarà un restauratore. Con loro hanno portato un plastico, un plico di fogli con rendering, cartine e un laptop già aperto sulla presentazione. «Abbiamo ridisegnato la zona delle stazioni, rendendola più sostenibile, e vorremmo capire cosa ne pensa» hanno detto a Fontana.

Il progetto – realizzato all’interno del laboratorio di progettazione urbanistica del terzo anno – si chiama “Entert(r)ainment”. Neologismo che sta per “spazio ferroviario dove si trascorre bene il tempo”.

La zona presa in considerazione è la stessa del grande progetto di unificazione delle stazioni ferroviarie, che si estende da viale Milano per arrivare fino a Giubiano. Gli studenti – prima di prendere in mano carta e penna – hanno fatto due valutazioni. La prima riguarda l’area: «La futura stazione sarà grande come la Centrale di Milano, non è forse troppo per una città come Varese?».

La seconda valutazione prende invece in esame l’altezza degli edifici: «Perché oscurare con un grattacelo la possibilità di guardare il Sacro Monte dalla città?».

Calcolando lo spazio che c’è tra la stazione dello Stato e quella delle Nord, i giovani sono arrivati alla conclusione che il pedone fa la stessa strada all’interno della Centrale di Milano.

«A Varese, per favorire il passaggio da una stazione e l’altra, non serve unificare. Basta rendere più agevole il percorso tra le due stazioni – dice Turri – Noi ci abbiamo provato trasformando l’area in un gigantesco parco. Del resto stiamo parlando della Città Giardino».

Oggetto di riqualificazione è stato anche piazzale Kennedy. «Noi lì continuiamo a prevedere un mercato, ma più ordinato di quello di oggi – spiegano – Con piazzole attrezzate e piantumazioni». Si tratterebbe di mettere a dimora oltre 100 alberi, di sei diverse specie, tra cui Ginkgo biloba, Platani, Betulle e Querce. «Abbiamo studiato i colori delle foglie in autunno e nel plastico abbiamo tenuto conto delle trasformazioni cromatiche – continua Martinelli – L’obiettivo che ci ha guidato in questo lavoro è stato dimostrare che un progetto a base di architetture che si sviluppano in verticale può essere sostituito da un progetto orizzontale, a “basso impatto” sul paesaggio».

Nella zona oggi occupata da vecchie fabbriche e capannoni in disuso sarebbe creato un “quartiere” con edifici verticali (ma più bassi dei grattacieli).

Strutture semplici e lineari, nei quali troverebbero posto servizi di supporto all’ospedale. Prevista una piazza con edifici espositivi dentro cui sarebbero collocate opere d’arte.

Interessante il “Blackboard”, un grande spazio vuoto delimitato da luci che, spegnendosi o accendendosi, delimiterebbero aree di eventi e spettacoli.

«Al sindaco è piaciuto molto il nostro progetto – dicono gli studenti alla fine dell’incontro – Ci ha però contestato lo spazio aperto, dicendoci che nella zona delle stazioni bisogna privilegiare i servizi».