Il nome stesso evoca la filosofia, l’obiettivo che sta dietro alla scelta di “Casa Alitalia”, la nuova lounge inaugurata lunedì a Malpensa nell’area di imbarco satellite Nord. Circa 500 metri quadrati di superficie tra atrio di accoglienza, zone per il relax e la conversazione, aree destinate alla ristorazione con tanto di “live cooking” dove uno chef dedicato cucina in diretta proponendo una selezione di menù a base di pasta e pizza, non senza piatti vegeteriani o privi di glutine per chi fosse allergico.
Ci sono anche sale per incontri privati, una zona di preghiera e servizi con tanto di doccia. Oltre 90 le sedute con poltrone Frau che richiamano l’attenzione per colore, stile e soprattutto comodità. Una dichiarazione di intenti in piena regola da parte di Alitalia nei confronti di Malpensa.
Cramer Ball, amministratore delegato della compagnia dal 1 marzo 2016, durante l’inaugurazione della lounge, lunedì 30 maggio, sostiene che Malpensa «è, e continuerà ad essere, un aeroporto importante per lo sviluppo di Alitalia».
Dichiara l’apertura verso «nuove opportunità», ma non fa promesse. Dice, piuttosto: «Per basare aerei a Malpensa e operare nuove rotte, bisogna che siano redditizie». Allo stesso tempo, aprire una lounge trasformata in realtà dall’architetto di fama internazionale Marco Piva, che ha firmato progetti come il Feng Tai Financial Center a Pechino,
il porto di Dubai o il Bulgari window concept design, dovrebbe significare che qualche mezza intenzione c’è.
Il presidente Sea Pietro Modiano, resta in attesa. «Siamo contenti che i vettori investano, in modo particolare in strutture», si limita per ora a dichiarare riconoscendo la location «prestigiosa» di Alitalia. E aggiunge:«Ci auguriamo che questo preluda a un futuro di crescita soddisfacente per tutti».
Ora servono nuove rotte e non solo per riempire una lounge riservata ai soci dei club Alitalia o con biglietto in classe business (o che vogliano pagare un ingresso a 30 euro via web, nelle agenzie di viaggio o in biglietteria in aeroporto).
L’eccellenza del made in Italy su cui punta Alitalia non è un vezzo, un marchio di fabbrica tanto per fare. «È un ulteriore passo in avanti per offrire un servizio migliore, sempre più dedicato ai nostri clienti» afferma Cramer Ball ricordando anche «le nuove uniformi fantastiche». Non a caso, alla domanda se Etihad riuscirà nell’impresa di risanare la ex compagnia di bandiera, l’ad, “uomo Etihad” che proviene dal mondo dell’aviazione, risponde: «Dipende soprattutto da Alitalia mettere in piedi il proprio business».
Tra le opportunità di un ritorno al futuro di Malpensa del vettore aereo presieduto da Luca Cordero di Montezemolo (assente), c’è anche il fronte cargo da rimettere in pista, come sottolineato da Ball.
Un futuro ancora tutto da definire a Malpensa che passerà, inoltre, dalla rivisitazione nei prossimi anni della joint venture con Delta e Klm per il Nord America, ossia gli Stati Uniti. «Vorremmo volare di più», dice l’ad di Alitalia. «Vogliamo diventare la migliore compagnia in Europa e per raggiungere questo obiettivo dobbiamo assicurare ai nostri passeggeri un servizio d’eccellenza prima, durante e dopo il volo», avvisa Cramer Ball. “Casa Alitalia” cattura l’attenzione ed emoziona come la riuscita pubblicità delle nuove divise. Malpensa, invece, aspetta di rimpinguare il paniere delle rotte. New York, Tokyo, Abu Dhabi, Mosca, Algeri e Roma non bastano per parlare di un ritorno “a casa”.