CASALZUIGNO Il processo a Ilario Mondolo, 50 anni, a giudizio per il tentato omicidio del nipote Fabio Roncaro, 31 anni, destinatario, la sera del 17 settembre 2007 a Casalzuigno, di quattro colpi di pistola conficcatisi sulla porta d’ingresso della sua abitazione, si è aperto martedì in tribunale a Varese ed ha già fatto segnare un primo punto a sfavore della difesa dell’uomo: il tribunale, presieduto dal giudice Orazio Muscato, non ha ammesso i testi citato a discarico dalla difesa,
una ventina di persone.
Una decisione destinata a pesare sul prosieguo del processo, motivata da ragioni di carattere formale: il ritardo con cui la lista è stata depositata (oltre i termini previsti per legge), e l’irritualità del deposito della stessa. Non alla cancelleria del tribunale, ma alla stazione dei carabinieri di Viggiù. Su questo punto aveva dato battaglia il legale di parte civile, che rappresenta la vittima dell’agguato, avvocato Fabrizio Busignani. E peraltro, la difesa dell’imputato (avvocati Valeria Conconi e Corrado Viazzo), si è vista respingere anche la richiesta di non ammettere gli accertamenti tecnici non ripetibili eseguiti dal Ris di Parma, che ha analizzato i residui di polvere da sparo raccolti sulla porta dove si sono conficcati i proiettili. Il movente dell’agguato, secondo quanto accertato nel corso delle indagini, sarebbe una questione ereditaria: l’uomo voleva in questo modo vendicarsi della sorella. Nessun dubbio, secondo i carabinieri, sul fatto che volesse uccidere: le traiettorie ad altezza d’uomo escludono che si fosse trattato di un semplice avvertimento. Prossima udienza il 25 novembre.
b.melazzini
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