Case popolari a Gallarate contro l’emergenza abitativa

GALLARATE Case popolari, la maggioranza le sposta a Madonna in Campagna anziché a Cajello. L’opposizione accetta, ma incalza: «Bisogna fare di più. E riqualificare le vecchie palazzine». È partito così, oggi pomeriggio in commissione Urbanistica, il dibattito rispetto alla variante puntuale al piano di governo del territorio relativo all’ambito di trasformazione 16. Ovvero all’intervento cosiddetto delle ex Canossiane, la riqualificazione di un’area compresa tra via Bonomi e via Trombini.

Un progetto che prevede l’abbattimento di alcuni edifici che si affacciano verso il centro della gioventù. Volumi che il privato potrà recuperare realizzando appartamenti in edilizia convenzionata per 8mila metri cubi e 1250 di residenziale pubblica. Il piano della vecchia giunta era quello di realizzarli in via Curtatone. Quella attuale ha invece deciso di spostarli in via Forze Armate, al confine tra Madonna in Campagna ed Arnate. «Questa zona è più funzionale», ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Angelo Senaldi, «inoltre non abbiamo ritenuto di caricare altra residenza in un’area che sappiamo avere già difficoltà di natura sociale».

Non è tutto. Vista la «forte pressione abitativa», così l’esponente dell’esecutivo di centrosinistra ha definito le 516 richieste di case popolari che aspettano in coda ai Servizi sociali, la giunta ha scelto di rinunciare ad una sala civica da 750 metri cubi prevista dal progetto, trasformandola in alloggi Erp. «Ricaveremo tre appartamenti», ha spiegato Senaldi.
«Questo va benissimo», il commento del capogruppo Pdl ed ex delegato all’Urbanistica Massimo Bossi, «ma ci aspettavamo di più». Sì, perché nel pgt «avevamo messo in pista 250 alloggi, ci aspettavamo che si andasse a cercare finanziamenti per ragionare su un discorso legato alle giovani coppie, ai single e ai pensionati».

E ancora: «Ci sono alcuni edifici, penso a quello di via Perugia o alla Cà d’ii matt che hanno bisogno di riqualificazione». Bossi ha riproposto l’idea contenuta del Pgt, quella cioè di utilizzare le nuove costruzioni per trasferire gli inquilini di immobili da ristrutturare, per intervenire così su questi ultimi.
Il pidiellino ha anche chiesto di non dimenticare via Curtatone: «Ormai è un ghetto. Riqualificare l’area darebbe un segnale alla gente di Cascinetta e Cajello, che ci hanno chiesto un punto di aggregazione».
Riccardo Saporiti

b.melazzini

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