Quanto sono cambiati i tempi? Fino a pochi anni fa le domeniche del basket erano appuntamenti con gente conosciuta: c’era Bologna e pensavi agli occhi iniettati di sangue di Danilovic, oppure (dall’altra parte di piazza Maggiore) a quanti te ne avrebbe rifilati quel “molleggiato” di Myers.
Leggevi Caserta e riflettevi su una banda di scugnizzi che sarebbe entrata in campo con l’orgoglio di un Sud che non intende piegarsi davanti al Nord; ti veniva in mente la cazzimma di Gentile, la spavalderia di Esposito, l’onnipotenza cestistica di un tale Oscar.
Il treno che conduce Varese nella città della Reggia è oggi, invece, una barca di Caronte che traghetta verso l’ignoto di una squadra stravolta nei nomi non solo rispetto al passato più o meno recente, ma anche all’inizio di questo stesso campionato.
Stasera (ore 18.15, diretta tv su Rete 55) l’Openjobmetis affronta una compagine che sta rivoluzionando il proprio roster alla ricerca della prima vittoria stagionale, esempio di quella confusione tipica che governa le menti di chi si trova a navigare nella tempesta.
/> La formazione ora agli ordini della volpe della panchina Markovski (subentrato in corso a Molin) non appare destinata a rimanere sul fondo: dalle porte girevoli sono usciti l’ala-centro Howell e – nell’ultima settimana – la guardia Gaines, ma anche il playmaker Ronald Moore risulta fornito di un imminente foglio di via; dall’uscio sono invece entrati Dejan Ivanov, il centro che ha tentato di accollarsi il sogno degli Indimenticabili di Vitucci nei playoff del 2013, il suo connazionale Bozhidar Avramov, 24enne di 196 centimetri, considerato qualche anno fa una grande promessa della pallacanestro bulgara e con un discreto tiro dalla lunga.
E soprattutto Aleksandar Capin, playmaker transitato a Varese per due stagioni. Il suo nome fa correre un brivido lungo la schiena dei tifosi biancorossi: dopo una prima annata tutto sommato positiva, lo sloveno fu protagonista dell’onta della retrocessione nel 2008.
Facile immaginare quali possano essere i punti di forza di un team siffatto: l’energia positiva dei nuovi innesti e la forza della disperazione. Il PalaMaggiò si annuncia in versione “ultima spiaggia”, con biglietti regalati o venduti a prezzi stracciati nel tentativo di convogliare l’affetto del pubblico.
Varese stia attenta anche alle mani veloci dei campani: la Juve è seconda nella speciale graduatoria dei recuperi. Gli uomini del Poz, tuttavia, devono guardare soprattutto in casa propria.
Il cammino che arriva alla partita di oggi ha dimostrato che l’Openjobmetis è una Penelope capace di fare e disfare la tela del proprio destino. La difesa ritrovata con Brindisi e Bologna (in cui spiccano le braccia lunghe e la mobilità di Eyenga) non teme confronti a questo livello. E rimanere serrati dietro libera le menti per far sgorgare un attacco dotato di non poche soluzioni, che si cammini o si corra.
Qualche preoccupazione arriva dall’infermeria, anche se nulla di paragonabile a quanto vissuto nei primi momenti della stagione.
La scavigliata di Robinson è poca cosa: il Ninja si è regolarmente allenato ieri mattina e non avrà problemi a scendere in campo. Così Callahan, guarito dall’influenza, che ora ha invece colpito Rautins: il canadese ha febbre e mal di gola, si spera in dosi non tali da costringerlo ad un forfait per il momento non messo in conto.
La squadra ha raggiunto Milano ieri a mezzogiorno per poi partire alla volta di Caserta: sul treno viaggia anche una speranza chiamata Final Eight.