Caso Anaconda: cinque educatrici rinviate a giudizio per presunti maltrattamenti sui disabili

VARESE – Il caso Anaconda, che ha scosso la comunità di Varese, prosegue con nuovi sviluppi dopo l’udienza preliminare del processo che si è svolta presso il tribunale cittadino. Il giudice per le udienze preliminari (gup), Marcello Buffa, ha deciso di rinviare a giudizio cinque educatrici accusate di presunti maltrattamenti ai danni di disabili ospiti del centro diurno di via Rainoldi. La decisione arriva a tre anni dalla conclusione delle indagini da parte della Procura di Varese, che nel 2021 aveva portato all’allontanamento di sette dipendenti dalla struttura. Due di loro hanno già patteggiato la pena.

Il processo, che ora entra nel vivo, ha fatto seguito a un lungo periodo di confronto tra accusa e difesa, caratterizzato da un’accurata analisi dei video girati segretamente dai carabinieri all’interno della struttura. Le immagini, registrate durante le indagini, sono state al centro di un acceso dibattito, con i difensori delle educatrici che hanno presentato spezzoni di filmati che, secondo loro, avrebbero dimostrato la correttezza del comportamento delle loro assistite nella gestione dei pazienti disabili.

Il pm Marialina Contaldo ha ribadito la sua richiesta di rinvio a giudizio, sostenendo che le evidenze emerse dai video e dalle indagini dimostrano il reato di maltrattamenti. La fase processuale è ora pronta a entrare nel suo capitolo successivo, con la prima udienza del processo fissata per il prossimo giugno 2025.

Il caso ha attirato grande attenzione, non solo per la gravità delle accuse, ma anche per il lungo e complesso percorso giudiziario che ha seguito. Le famiglie dei disabili coinvolti nella vicenda, insieme all’opinione pubblica, attendono con ansia l’esito del processo, sperando che si faccia giustizia per le presunte vittime di comportamenti inaccettabili.