Caso Missoni, identificati i resti di Maurizia Castiglioni

I resti della gallaratese Maurizia Castiglioni, compagnia di Vittorio Missoni, sono stati identificati dalle autorità venezuelane in base ai campioni biologici prelevati dal relitto dell’aereo su cui viaggiava e precipitato nell’arcipelago di Los Roques. Identificati anche i resti del pilota e del copilota del velivolo, ambedue venezuelani.

Lo ha annunciato il procuratore generale del Venezuela, Luisa Ortega, informando i parenti delle vittime dell’incidente aereo avvenuto lo scorso 4 gennaio del risultato dell’analisi di 19 campioni biologici prelevati dal relitto, ritrovato lo scorso 27 giugno a 76 metri di profondità e a circa 15 miglia da Gran Roque, l’isola principale dell’arcipelago.

Ortega ha precisato che di questi 19 campioni ne sono stati identificati 13: dieci del pilota Herman Marchan, due di Maurizia Castiglioni e uno del copilota Juan Carlos Ferrer (1), aggiungendo che altri campioni, che potrebbero appartenere ad Elda Scalvenzi, la seconda donna italiana che si trovava a bordo dell’aereo, sono attualmente sottoposti ad ulteriori analisi.

«Pensiamo di avere i resti di quattro persone, per cui ci mancherebbero ancora quelli delle altre due persone decedute nell’incidente», ha sottolineato la procuratrice, in riferimento a Vittorio Missioni e Guido Foresti, gli altri due passeggeri italiani. Ortega ha annunciato inoltre che fra il 17 e il 23 novembre prosssimo inizieranno i lavori per riportare a galla l’aereo precipitato in mare, un Britten-Norman Islander numero YV2615, un’operazione nella quale parteciperanno un rimorchiatore e una nave della guardia costiera, sommozzatori della Marina venezuelana e tecnici della polizia scientifica esperti nella raccolta di resti. I corpi di tutte le vittime si trovano all’interno del relitto, ha precisato, aggiungendo che «anche se pezzi del velivolo sono stati trovati in 11 punti, è la parte della fusoliera dove si trovano i resti umani che sarà riportata a galla per ottenere un’identificazione totale che ne permetta successivamente la consegna ai famigliari».

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