Caso Uva, gli avvocati della polizia: «Lavoreremo gratis»

Morte di Giuseppe Uva: ieri mattina incontro tra il procuratore facente funzione Felice Isnardi e gli avvocati di parte civile Fabio Anselmo e Fabio Ambrosetti. Un incontro durato 30 minuti circa “durante il quale abbiamo avuto un confronto soddisfacente con il procuratore”. Gli avvocati non vogliono aggiungere nulla, se non che “la testimone apparsa a Chi l’ha visto? Settimana scorsa è credibile”, mentre la procura se prepara a convocarla e ad ascoltarla. Secondo il racconto della donna,

fatto davanti alle telecamere in forma anonima a sei anni di distanza dai fatti, alcuni carabinieri e poliziotti accompagnarono Uva al pronto soccorso quel 14 giugno 2008 “lui li chiamava bastardi, loro hanno detto di smetterla altrimenti gli avrebbero fatto una menata di botte”. La donna ha dichiarato quindi che “Uva è stato portato con loro in una stanza e quando ne è uscito aveva un’escoriazione al naso”. In base a questa dichiarazione Uva sarebbe stato picchiato anche in ospedale? Sarà la procura a valutare l’attendibilità della teste. “Ce ne sono altri”, ha detto ieri Anselmo lasciando intendere che altri nuovi testimoni si sarebbero fatti avanti. La data dell’udienza preliminare che deciderà del destino giudiziario dei due carabinieri e dei sei poliziotti nei confronti dei quali il gip ha disposto l’imputazione coatta, non c’è ancora. Nel frattempo si amplia il collegio dei difensori dei rappresentanti delle forze dell’ordine. Accanto allo storico avvocato Luca Marsico, è stato nominato codifensore Pietro Porciani, già legale di alcuni esponenti delle forze dell’ordine coinvolti nei fatti del G8 di Genova. Il collegio difensivo lavorerà gratuitamente: “Anche a nome dei colleghi Porciani e Mancini – spiega Marsico – comunico che come difensori dei carabinieri e poliziotti coinvolti nel caso Uva non intendiamo chiedere alcunché ai nostri assistiti. Presenteremo la nostra parcella al ministero una volta ottenuta l’assoluzione”. Mentre Anselmo annuncia di voler procedere “civilmente contro i due pubblici ministeri che originariamente ebbero in carico il fascicolo per i danni arrecati alla mia assistita Lucia Uva”.

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