Gallarate cambia:
è il nuovo sindaco. «Il Dado è tratto – le prime parole da primo cittadino, con una frecciatina all’indirizzo di Guenzani – adesso riportiamo noi Gallarate agli splendori di un tempo. Rimbocchiamoci le maniche per migliorare la città e renderla più sicura e più vivibile». Lo ha scelto meno di un elettore su due.
Una vittoria netta, senza discussioni, che interrompe dopo soli cinque anni l’esperienza di governo del centrosinistra di
. 10311 voti per Cassani (55,24%), contro 8356 (44,76%) per Guenzani. Eppure la bassa affluenza, sotto il 50% (oltre 10 punti in meno di cinque anni fa), aveva fatto preoccupare il centrodestra, che partiva con un vantaggio di 11 punti e mezzo acquisito al primo turno.
Ma la “spia” del successo in arrivo erano i primi “mucchietti” di schede alla scuola Maino, il seggio del centro tendenzialmente favorevole agli “arancioni” di Guenzani, mentre dalle periferie affluivano dati decisamente favorevoli a Cassani. «Il lupo è andato» ammette il forzista
. È appena scoccata la mezzanotte quando fuori dal Cassani Point di piazza Garibaldi iniziano i cori di giubilo. «Il Dado è tratto» afferma , facendo il verso al soprannome di Guenzani.
Andrea Cassani esce tra gli applausi, portato in spalla da e . «Nonostante le scorrettezze e i colpi bassi, i cittadini hanno capito che il nostro progetto è davvero per cambiare la città – le prime dichiarazioni da primo cittadino di Cassani – da domani al lavoro per ripulire la città».
Poi tutti in corteo verso Palazzo Broletto, per i brindisi di rito. La sala consiliare è tutta punteggiata dalle bandiere dei militanti di Lega e Forza Italia, e anche qui all’ingresso del neo-sindaco scatta subito l’applauso. «Ringrazio mia moglie, i miei figli, la mia famiglia, che mi sono stati vicini – le parole di Cassani ai suoi sostenitori – vorrei ricordare Antonio Cisari, persona importantissima per noi della Lega che non c’è più, e anche .
L’abbiamo vendicata».
Subito la promessa: «Ci rimbocchiamo le maniche. Cambieremo Gallarate». Una sfida sarà anche quella di combattere la disaffezione dei gallaratesi. Cinque anni fa, quando la sfida era tra Guenzani e il candidato Pdl , al ballottaggio in 23mila e 118 avevano esercitato il loro diritto di voto, stavolta appena 19mila e 92. Ma politicamente è una vittoria fondamentale per il centrodestra, vista la sconfitta di Varese: «Oggi chi governa paga prezzo» fa notare il senatore , venuto a congratularsi con Cassani.
In consiglio comunale, il neo-sindaco leghista si ritroverà in maggioranza otto esponenti del Carroccio (Paolo Bonicalzi, Claudia Mazzetti, Andrea Zibetti, Luigi Fichera, Evelin Calderara, Luca Carabelli, Niccolò Postizzi e Corrado Canziani), cinque di Forza Italia (Aldo Simeoni, Giuseppe Lorusso, Germano Dall’Igna, Alessandro Petrone e Moreno Carù), uno di Fratelli d’Italia (Giuseppe De Bernardi Martignoni) e uno della Lega Civica (Donato Lozito).
Assetto che potrà essere modificato dalle scelte degli assessori: con il forzista in pole position per il ruolo di vicesindaco, potrebbero entrare in giunta Bonicalzi e Mazzetti per la Lega e Martignoni di Fdi, oltre al “ferrazziano” Liccati, mentre l’azzurro Aldo Simeoni punterebbe alla presidenza del consiglio comunale.
La minoranza invece vedrà sui banchi di Palazzo Broletto, oltre allo sconfitto sindaco uscente Edoardo Guenzani, quattro consiglieri del Partito Democratico (Margherita Silvestrini, Giovanni Pignataro, Anna Zambon e Carmelo Lauricella), due della lista civica Città e Vita (Sebastiano Nicosia e Danilo Barban), oltre ai candidati sindaci delle liste Gallarate 9.9 (Rocco Longobardi) e Borgo Sindaco (Roberto Borgo).