CASTELVECCANA Sembra ieri che, tutti insieme, festeggiavano fuori dall’istituto tecnico di Luino il diploma da ragioniere. Sembra ieri, ma sono passati 38 anni. Eppure quella classe, la mitica quinta B, non si è mai persa di vista. Sì, i primi anni ciascuno è andato un po’ per la sua strada. Ma da qualche tempo a questa parte, complice il peso dolceamaro delle primavere che passano, ha ritrovato la felice compattezza dell’adolescenza. Ormai è diventata una tradizione: una mangiata in compagnia,
una o due volte all’anno, condita da un mare di «Ti ricordi di quando…? E tu invece sai che fine ha fatto il professor…?».
Quest’anno, però, alla rimpatriata mancherà un ex studentessa. Mancherà Patrizia Rognoni, 57enne residente a Castelveccana, sparita tra il 16 e il 17 settembre di un anno fa. Dal quel misterioso giovedì, nessuno ha più saputo niente di lei. E’ come se il nulla l’avesse inghiottita, o se fosse diventata invisibile all’improvviso. La procura di Varese sta seguendo il caso, così come i carabinieri di Luino. Di Patrizia se ne occupò persino la tv: «Chi l’ha visto?», su RaiTre, le dedicò diverse puntate. Pochi giorni fa si è rifatta sotto anche la televisione svizzera, che ha contattato Corrado Viazzo, l’avvocato che seguiva nella Rognoni nella causa contro il marito (una brutta storia di presunti maltrattamenti e minacce).
Ma quel che è davvero avvenuto a Patrizia, se se ne sia andata volontariamente oppure se qualcuno le abbia fatto del male, nessuno lo sa.
Però i suoi vecchi compagni di scuola non ci stanno. Non accettano che sopra il destino di Patrizia siano calate le cortine del silenzio e dell’indifferenza. Per questo il prossimo 18 settembre parteciperanno insieme a una messa dedicata proprio a Patrizia. Il rito sacro verrà celebrato alle 17 nel santuario della Madonna del Carmine, a Luino. «Non è una messa di suffragio – tiene a precisare Alessandro Simonetta, uno degli ex studenti – perché noi non sappiamo se Patrizia sia ancora viva oppure no. Vogliamo soltanto ricordarla. Almeno noi».
Patrizia ha un marito, con il quale tuttavia era ai ferri corti. E una figlia adolescente dalla quale, giura chi la conosce, non si sarebbe mai separata di sua sponte. «Non ha altri parenti stretti – racconta Simonetta – nessuno che possa interessarsi della vicenda. E noi ex compagni abbiamo la sensazione che, non dico non si faccia più nulla, ma che comunque nelle ricerche non ci sia più la stessa attenzione dei primi mesi. A noi sembra che le indagini siano ferme. Forse non è così. Speriamo che non sia così. Ci rifiutiamo di crederlo. Ci rifiutiamo di pensare che della sorte di Patrizia non interessi più niente a nessuno».
Le ultime notizie, che però risalgono ormai allo
scorso marzo, confermavano che la donna frequentava i corsi di un sedicente esperto di “Psychetrofica” e che sembrava subirne molto l’influenza. Patrizia avrebbe avuto in Svizzera anche un conto corrente cointestato con un’amica, e una cassetta di sicurezza. Sembra che l’ammontare dei due depositi superasse di molto le centinaia di migliaia di euro. E il conto sarebbe stato svuotato, anche se l’amica nega qualsiasi coinvolgimento.
Preso atto della scomparsa, il tribunale ha nominato un curatore giudiziario che si sta occupando di gestire le proprietà di Patrizia. In attesa che torni. Sempre che torni.
Enrico Romanò
f.artina
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