Castellanza, gastronomia nel mirino “Per noi la pulizia è una priorità”

Castellanza (s.ca.) Lavora a pieno ritmo la gastronomia di via Papa Giovanni XXIII: l’esercizio commerciale non è stato chiuso dai Nas. Nessun sequestro se non quello di poco più di 10 chilogrammi di merce non adeguatamente surgelata, tra carne e pesce, che i carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazione di Milano hanno lasciato da smaltire agli stessi proprietari del negozio. In sintesi nulla di grave. Anzi, a volerla visitare, quella castellanzese è una gastronomia dove l’igiene regna sovrana.

«Giusti sono i controlli – dice Francesco Dallo, presidente bustese di Ascom – perché ciò che mangiamo deve essere garantito. Meno giusto, invece, è danneggiare con pubblicità negativa non veritiera un’attività che, invece, della pulizia ha fatto una bandiera».
E infatti, scendendo nelle cantine e nelle celle frigorifere dell’esercizio si tocca con mano ciò che i detergenti possono fare davvero. «Questa è la nostra cella frigorifera», spiega il titolare mostrando un locale dove potresti mangiare per terra. I parassiti che l’Asl avrebbe rilevato si anniderebbero sotto le grate di scarico di alcuni frigoriferi. In realtà i parassiti in questione non sono visibili: al massimo una piccola patina scura, ma nulla che non possa essere riscontrato in un qualunque frigorifero di una qualunque abitazione dove il cibo in tavola è curato con dovizia di particolari. Sotto sequestro sono finiti poco più di 10 chili di carne e pesce non adeguatamente conservati; o meglio surgelati. Il pacco i Nas l’hanno lasciato ai titolari della gastronomia: a loro il compito di smaltirlo, prova di una non gravità dei fatti e di una assoluta fiducia dei gestori. Insomma, saremmo anni luci a distanza dal caso limite de Le Volte di Busto Arsizio.
Tra l’altro il controllo nasce da un fatto accidentale: una perdita della caldaia ha intossicato il titolare con monossido di carbonio. L’uomo si è sentito male ed è svenuto mentre preparava una frittura di pesce. Impossibile per lui, dato il malore e la perdita di sensi, premurarsi di riporre subito il cibo nel congelatore. E quando l’Asl è arrivata, per badare alla caldaia e non al cibo, avrebbe notato i resti di pietanze che «mai sarebbero state messe in commercio», spiega il titolare. Il 24 marzo, tra l’altro, il negozio, ha subìto un’ispezione Asl: tutto era a posto ad eccezione di un’antina di un pensile, subito sistemata, e dello sciacquone a pedale del water di un bagno di servizio (troppo lento stando all’Asl) rimesso a nuovo anche questo. In sintesi non c’era nulla nella gastronomia che potesse giustificare provvedimenti seri: tutto era in ordine, e si spera che l’esercizio non abbia danni dalla cattiva pubblicità.

f.artina

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