Castelveccana «Patrizia Rognoni è morta. E i suoi resti sono sepolti in un bosco del Canton Ticino». È questo l’orrore che emerge sulla scomparsa della donna di Castelveccana, 56 anni al momento della sparizione, svanita nel nulla fra il 16 e il 17 settembre 2009.
A riportarlo alla luce, in un libro intitolato proprio «La scomparsa di Patrizia Rognoni. Gli istanti precedenti e successivi alla sua dipartita ricostruiti minuziosamente» sono state Bea e Lara, pseudonimi dietro i quali si celano due «investigatrici psichiche» come si definiscono le donne. Sensitive o medium, in pratica.
Sono state loro, infatti, a rivolgersi a “Il Giornale” e a raccontare questa storia. Bea, che presenta i propri metodi nel blog cronacainvestigativa.blogspot.com, avrebbe utilizzato i poteri della mente per rintracciare la madre di famiglia sparita senza lasciare traccia.
«Dalle indicazioni che Patrizia ci ha fornito sarebbe stata uccisa dopo un rapimento davanti alla sua abitazione proprio quella sera – conferma la sensitiva Bea – Un sequestro e un omicidio nel quale sarebbero coinvolte la massoneria e la criminalità organizzata, in particolare esponenti dell’ndrangheta. Spinti a uccidere da intensi legami con una persona che aveva un reale interesse per sbarazzarsi della donna. Per questo ho inviato il mio libro anche a Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria».
L’articolo completo sul giornale in edicola giovedì 28 febbraio
f.artina
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